Löw confermato c.t. della Germania «Grato per la fiducia ora ricostruiremo»
Nonostante il Mondiale chiuso in anticipo con l’eliminazione ai gironi, Joachim Löw (foto) resta il commissario tecnico della Germania. Lo ha annunciato la Federcalcio tedesca (Dfb). Löw, in carica da 12 anni, ha sciolto le riserve e comunicato di voler continuare a supervisionare la «ricostruzione» della squadra. Löw, che ha guidato la Germania alla conquista della Coppa del Mondo in Brasile nel 2014, continua a godere della fiducia di tutta la dirigenza tedesca, nonostante il pessimo Mondiale. Poco prima della Coppa del Mondo, aveva firmato il rinnovo del contratto fino al 2022. «Sono molto grato per la fiducia che la Dfb mi ha dimostrato, sento il sostegno nonostante le giuste critiche seguite all’eliminazione», ha dichiarato Löw. «Sono ancora profondamente deluso, ma ora la squadra e io vorremmo iniziare la ricostruzione. Analizzerò quanto è accaduto e trarrò le mie conclusioni prima dell’inizio della nuova stagione. Tutto ciò richiede tempo, ma saremo già pronti quando inizieranno le partite internazionali a settembre», ha aggiunto il c.t. tedesco. «Siamo tutti convinti che Löw saprà fare i passi giusti in vista del ritorno in campo a settembre, contro la Francia, per la Nations League», afferma il presidente della Dfb, Reinhard Grindel. causa sono i punti fermi. E nel «Complejo Celeste», la struttura che Tabarez sta rendendo sempre più moderna, tutti devono salutare e i pasti si consumano assieme ai membri dello staff, magazzinieri e fisioterapisti compresi.
Il risultato è quello di una Nazionale professionale come un club ma «formato famiglia», in cui i giocatori destinano i loro premi per regalare la casa a un massaggiatore o per comprare razioni extra dell’inseparabile «mate», che sorbiscono in continuazione.
Guida etica
Il tecnico più forte anche della malattia. Suarez: «Per noi è come un padre»
«Il Maestro non si comporta solo come un allenatore — sottolinea Cavani, la stella più pagata e sempre in dubbio per la Francia —. Sa andare oltre, col suo tratto umano».
Per Godin «è un modellatore di valori». Per Suarez «ha un tratto paterno che consente al giocatore di aprirsi con lui, anche quelli come me che un padre su cui contare non l’hanno avuto. Il Maestro ti lascia sempre una buona lezione».
O quasi: «Continuava a dirci prima di scendere in campo “si entra in 11 e si esce in 11!” — racconta l’ex difensore Scotti —. Però ogni volta qualcuno veniva espulso. Quando glielo abbiamo fatto notare, si è fatto una gran risata. E ha cambiato grido di battaglia...». Lo spirito invece resta sempre lo stesso.