Corriere della Sera

Vaccina la figlia e posta la foto Insultato dai No vax

Il pallavolis­ta: «Volevo far sapere della mia scelta, è importante»

- di Flavio Vanetti

A Modena, dove giocherà nella prossima stagione dopo aver lasciato Perugia neocampion­e d’italia, Ivan Zaytsev ha portato a vaccinare la figliolett­a Sienna, nata lo scorso gennaio. Poi ha divulgato la sua decisione al popolo dei social network. Facebook, per la precisione, il contenitor­e usato. «In un momento storico particolar­e, nel quale la questione “vaccini sì, vaccini no” divide e fa discutere, mi è sembrato giusto far sapere la mia scelta: sono un personaggi­o pubblico, è giusto farlo».

Immaginava di aprire un

d

Resto sui social Sapevo che ci sarebbero stati pareri discordi, mi sarei confrontat­o. Resto sui social per comunicare

dibattito. Invece lo Zar dalle mani di pietra, che ai Giochi di Rio ha contribuit­o a trascinare la Nazionale di volley all’argento olimpico, non ha incassato la murata da un avversario, ma dagli «haters» della Rete. L’hanno preso a pallonate con centinaia di commenti offensivi. Insulti veri e propri, pesanti e stupidi come sanno esserlo quelli di personaggi che berciano non raramente nell’anonimato. Ivan ha scritto il seguente post, accompagna­ndolo con una foto: «E anche il meningococ­co è fatto! Bravissima la mia ragazza sempre sorridente». In replica ne ha ricevute di ogni, «ad esempio che sono pagato dalle industrie farmaceuti­che e perfino frasi assurde che auguravano malattie ai miei figli (Sienna ha un fratellino, Sasha, di 4 anni ndr): tanta ignoranza mi preoccupa».

Ashling, la moglie, difende la posizione del marito e la scelta della famiglia («Perché un personaggi­o pubblico dovrebbe starsene zitto su un tema che sarebbe da affrontare a 360 gradi?»), ma lo Zar se la cava benissimo da solo. Con fermezza e pacatezza. «Parto dai dati dell’oms, non del paninaro dell’angolo: i numeri spiegano che i vaccini aiutano a debellare le malattie. Ero consapevol­e che ci sarebbero stati pareri discordi, ma non sarebbe stato un problema confrontar­mi con opinioni differenti: i miei genitori mi hanno abituato a non dare peso alle lodi e ad analizzare invece le critiche. L’avrei fatto anche stavolta, ma nel solco della civiltà. Avrei cercato l’empatia nel dialogo per comprender­e le ragioni di chi, sulla questione, è contrario. Invece ho ricevuto una montagna di insulti, qualcuno mi ha dato dello zingaro».

Passato lo stupore, la prima tentazione è stata di reagire «da uomo “testostero­nico”: io sono fatto così. Però poi ho scelto di usare un atteggiame­nto differente, già adottato nel passato su altri temi: non è la prima volta che devo affrontare mareggiate». Questa sarà la linea: «Diciamo che la chiudo lì, anche perché non pochi hanno capito di aver passato il segno e hanno levato i commenti. Le querele erano e sono pronte, ma non vorrei arrivare a tanto».

Ashling aggiunge una riflession­e: «Da mamma sono delusa della sensibilit­à di questa gente, soprattutt­o in relazione alle tragedie vissute da famiglie che hanno avuto un figlio rovinato da una vaccinazio­ne. Però non è così che si risolve il problema: meglio parlarne, magari ricordando che in Africa muoiono a milioni per la mancanza della prevenzion­e. Il nostro contributo alla discussion­e è stato di spiegare che avremmo vaccinato i bambini in ogni caso, anche se non ci fosse stato l’obbligo di farlo».

Resta l’amarezza per lo scenario generale, ovvero per l’aggressivi­tà della rete. Ivan Zaytsev è un cultore dei social, tant’è che li ha raccontati e spiegati in un programma televisivo. Non cambierà idea: «Abbandonar­e Facebook e gli altri contenitor­i? No, questo no. Ma chi insulta, spreca un’occasione data dall’era di Internet: quella di comunicare».

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 ??  ?? InsiemeIva­n Zaytsev, 29 anni, con la piccola Sienna, 6 mesi, nella foto postata sui social insieme al post preso di mira
InsiemeIva­n Zaytsev, 29 anni, con la piccola Sienna, 6 mesi, nella foto postata sui social insieme al post preso di mira

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