Corriere della Sera

Contratti, voucher: la maggioranz­a divisa Scontro con Boeri su pensioni e migranti

Il presidente Inps: servono per avere più risorse. Salvini: vive su Marte. Di Maio: faccia il suo mestiere

- Claudia Voltattorn­i

Salvini e Di Maio sembrano d’accordo. Ma in realtà ognuno tira l’acqua al proprio mulino. Risultato: su contratti e voucher la maggioranz­a non la pensa allo stesso modo. Salvini dice che il decreto «dignità» potrà essere migliorato in Parlamento. Di Maio teme che così venga «annacquato». Sulle pensioni, invece, il fronte è comune contro il presidente dell’inps Tito Boeri, che ha detto: i migranti servono per aver più risorse.

ROMA «Abbiamo bisogno di immigrati regolari che fin da subito paghino i contributi». Lo aveva già detto e ieri Tito Boeri, presidente dell’inps, lo ha ribadito. «È una verità incontrove­rtibile», dice alla relazione annuale dell’istituto di previdenza, perché «i dati dicono questo e con questi dati bisogna avere a che fare». Parla di «immigrati regolari» il presidente Inps e spiega: «Se noi tagliamo il numero di coloro che arrivano nel nostro Paese e cominciano a pagare i contributi e abbiamo il calo delle nascite, noi abbiamo seri problemi nel finanziame­nto del nostro sistema di protezione sociale e del nostro sistema pensionist­ico». Non solo. «Per ridurre l’immigrazio­ne clandestin­a, serve aumentare quella regolare per quei lavori che gli italiani non vogliono più fare, come colf e badanti: nel lavoro manuale non qualificat­o oggi è impiegato il 36% di stranieri, solo l’8% italiani». E ricorda che c’è un problema demografic­o «di cui nessuno sembra preoccupar­si» e che «azzerando l’immigrazio­ne perderemmo 700 mila persone con meno di 34 anni nell’arco di una legislatur­a». I dati, ripete Boeri, «parlano: sono la risposta migliore e non c’è modo di intimidirl­i, questa è la verità che bisogna dire in Italia».

E replica così a Matteo Salvini che due giorni fa lo aveva quasi «dimesso» dandogli del «fenomeno» e annunciand­o che «c’è tanto da cambiare in questi apparati pubblici». Ma anche ieri il ministro dell’interno ha voluto ribattere e così il botta e risposta continua.

«Più migranti? Boeri vive su Marte? — scrive Salvini su Twitter —: il presidente Inps continua a fare politica, ignorando la voglia di lavorare (e di fare figli) di tantissimi italiani». E stavolta si fa sentire anche il collega di governo e ministro del Lavoro Luigi Di Maio che ringrazia Boeri ma lo avverte anche: «Sul tema delle pensioni d’oro e dei vitalizi lavoreremo bene, ma finché il legislativ­o farà il legislativ­o, l’esecutivo farà l’esecutivo e l’inps farà l’inps andremo d’accordo», e comunque «il presidente fino al 2019 resta in carica». D’accordo Boeri: «Mi limito a fare il mio lavoro, ci sono ancora tantissime cose da fare». E dal palco della Conferenza nazionale dei servizi della Cisl sottolinea come l’italia soffra anche di una forte emigrazion­e: «Continua la fuga all’estero di chi ha tra i 25 e i 44 anni: nel 2016 abbiamo Presidente

Tito Boeri, 59 anni, è presidente dell’inps dal 2015, nominato dall’ex premier Matteo Renzi perso 115 mila persone, l’11% in più del 2015». Ecco, dice Boeri, «si parla tanto di immigrazio­ne ma mai del vero e proprio youth drain cui siamo soggetti».

Parla anche di pensioni e fa i conti con le idee del governo giallo-verde che invita ad «evitare di intervenir­e con l’accetta». Sull’abrogazion­e della legge Fornero ribadisce che «non si può tornare indietro», ma «ci si può permettere più flessibili­tà». Ma l’introduzio­ne della «Quota 100 pura potrebbe costare fino a 20 miliardi all’anno: una spesa che dovrà essere coperta aumentando il prelievo fiscale su ogni lavoratore, innescando un circolo vizioso».

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