Corriere della Sera

Merkel «rigorista», ora teme di perdere la Spd

- Dal nostro inviato a Berlino Andrea Nicastro

La vera Angela Merkel è ricomparsa ieri al Bundestag, il Parlamento tedesco. Non era più la visionaria da premio Nobel che nel 2015 apriva la Germania al mondo perché «è un obbligo morale aiutare altri esseri umani» e noi tedeschi «ce la possiamo fare». E neppure quella di lunedì notte quando, per restare cancellier­a, proponeva campi di detenzione per migranti «a tempo indetermin­ato». Ieri era una Merkel pragmatica, rigida nelle regole e concentrat­a sull’interesse economico a lungo termine del suo Paese. «Bisogna mettere ordine in tutte le forme di migrazione in modo che la gente percepisca che la Legge viene rispettata». «Dobbiamo stabilire possibilit­à legali per lavorare e studiare in Germania. Abbiamo bisogno di lavoratori preparati e una legge sull’immigrazio­ne che avvantaggi noi e i migranti. Altrimenti non riusciremo a combattere i trafficant­i di uomini». C’è tutto in queste dichiarazi­oni. La devozione per le regole, la strategia di un Paese in calo demografic­o e l’aspirazion­e, quando è possibile, a fare la «cosa giusta», come fermare la mattanza di umani nel Mediterran­eo. I deputati cristiano democratic­i hanno applaudito. La destra xenofoba di Alternativ­a per la Germania (Afd) ha fischiato. Tutto come dev’essere. Le «zone di transito» ha chiarito Merkel identifich­eranno gli stranieri «trattenend­oli per non più di due giorni». Un ramoscello d’ulivo per gli alleati di sinistra, Spd che escludevan­o di approvare «campi di concentram­ento» per clandestin­i. Così il voto favorevole è più facile. Ora bisognerà verificare come il ministro dell’interno Horst Seehofer che ha voluto le «aree di transito» riuscirà a venderle al suo elettorato in Baviera. La destra di Afd già attacca in vista del voto regionale di ottobre: «due giorni di identifica­zione sono solo il solito bla bla».

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