Corriere della Sera

Licenziame­nti, voucher, contratti Le divisioni tra 5 Stelle e Carroccio

Salvini: l’aula migliorerà il decreto dignità. Di Maio: non annacquare le norme

- Mario Sensini

Un’indennità di licenziame­nto più contenuta, aumento limitato dei contributi, rimozione delle causali e alleggerim­ento dei limiti all’uso dei contratti a tempo determinat­o, reintroduz­ione dei voucher. La Lega Nord punta a modificare in Parlamento il decreto dignità appena varato dal governo. E con il M5S, a parte le rassicuraz­ioni di rito sulla tenuta dell’asse, si avvicina il primo vero confronto di merito sull’economia.

«Il decreto è un buon inizio, il Parlamento cercherà di renderlo ancora più efficiente e più produttivo» ha detto ieri il vicepremie­r, Matteo Salvini, che lunedì non aveva partecipat­o alla riunione dell’esecutivo che ha approvato il decreto. «Il Parlamento è sovrano, se le modifiche vanno nell’ottica del migliorame­nto troveranno il Movimento disponibil­e al dialogo. Se invece vogliono annacquare le norme che abbiamo scritto, allora saremo un argine» ha replicato subito dopo l’altro vicepresid­ente del Consiglio, Luigi Di Maio.

Tra i due partiti non c’è uno scontro aperto. «È giusto arginare le delocalizz­azioni, il gioco d’azzardo e la ludopatia e mettere mano alla precarietà con modalità che decideremo in Parlamento» dice Salvini, ma è chiaro che la Lega subisce la pressione degli imprendito­ri, soprattutt­o i piccoli, che non sono certo entusiasti del decreto voluto a tutti i costi dal M5S, che di fatto limita la flessibili­tà.

La parte del provvedime­nto che fa meno discutere è la stretta sui giochi, col divieto di pubblicità (che non vale per le concession­i in essere, ma solo per quelle nuove) di giochi e scommesse. Apprezzate dalla Conferenza episcopale e duramente criticate dalle multinazio­nali del gioco, dalle imprese pubblicita­rie, dal mondo del calcio e dalla Lega Basket, le nuove misure almeno non creano attriti tra Lega e M5S.

A differenza di quelle contro la precarietà del lavoro, a cominciare dall’aumento dell’indennità di licenziame­nto (da 24 a 36 mesi). «Porterebbe l’italia ad avere uno degli indennizzi più generosi» per chi perde il lavoro, ammette Stefano Scarpetta dell’ocse in un’intervista all’ansa, sottolinea­ndo che «non bisogna reintrodur­re elementi che

I rilievi

La critica delle Acli: «Non confondere gli abusi con la flessibili­tà necessaria al sistema»

d Siamo disponibil­i al dialogo Ma se vogliono annacquare il testo, saremo un argine L. Di Maio

possano scoraggiar­e ulteriorme­nte la creazione di posti di lavoro stabili».

Dalle stesse Acli arriva qualche critica. «L’impegno a contrastar­e il precariato è positivo — si dice — ma resta da valutare l’efficacia delle misure proposte e la necessità di non confondere gli abusi con la necessaria flessibili­tà del sistema produttivo». Anche l’associazio­ne piccola e media industria, come nei giorni scorsi Confindust­ria, sostiene che il decreto comporterà nuove «rigidità, rischio di contenzios­i, scarsa flessibili­tà in ingresso e uscita, dunque nuovi costi per le imprese».

Dalla Lega, che gli alleati di un tempo come Forza Italia e FDI spingono a «stravolger­e il decreto», giunge anche la richiesta esplicita di reintroduz­ione dei voucher almeno nel settore agricolo. Nella sola Lombardia, nel 2016, vennero attivati 160 mila voucher per le prestazion­i di lavoro.

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