La resistenza della giudice polacca In piazza con Walesa (e l’ue è con lei)
Folla di manifestanti per la presidente della Corte suprema costretta alla pensione
«La politica non c’entra, sono qui per difendere lo Stato di diritto» dice la giudice Malgorzata Gersdorf alle centinaia di manifestanti che in piazza Krasinski intonano l’inno nazionale e scandiscono: «Costituzione». Alle sue spalle il monumento all’insurrezione di Varsavia del 1944, ombre di piombo che riemergono dal sottosuolo in memoria dei 63 giorni di rivolta contro i nazisti. Tailleur chiaro e badge al collo, la presidente della Corte Suprema polacca è andata al lavoro come sempre. Secondo la riforma voluta dal governo nazional-conservatore e appena entrata in vigore, però, questo sarebbe il suo primo giorno di pensione. «Il mandato dura sei anni e scade nel 2020» spiega pacata nell’inedito ruolo di resistente a oltranza. In serata in piazza c’è pure Lech Walesa.
Ultimo grado di giudizio per tutti i procedimenti penali e amministrativi, la Corte Suprema convalida anche i risultati elettorali. La nuova legge, che abbassa l’età pensionabile dei suoi giudici da 70 a 65 anni — e che ora ne congesi Alleato
L’ex leader di Solidarnosc Lech Walesa, 74 anni, arrivato in piazza in serata da 27 su 72 — chiude una serie di riforme che hanno già toccato tribunali ordinari e Corte costituzionale. Per l’esecutivo guidato da Mateusz Morawiecki e improntato alla visione di Jaroslaw Kaczynski, tratta di urgenti modifiche a un sistema corrotto, emanazione della vecchia dirigenza comunista: «la casta» che il partito Diritto e giustizia promette di eliminare dai vertici dello Stato. Per l’opposizione liberale e l’unione europea, colpo all’autonomia della magistratura e alla separazione dei poteri.
Classe 1952, famiglia di magistrati, Malgorzata Gersdorf è cresciuta nello stesso quartiere dei gemelli Kaczynski, restando poi in contatto con Lech, il presidente morto nel disastro aereo di Smolensk nel 2010. Già militante nel sindacato anticomunista Solidarnosc, nel 2008 è stata nominata giudice della Corte(governava Donald Tusk, l’attuale capo del Consiglio Ue), per assumerne la guida nel 2014. Ora sfida «una purga mascherata da riforma» e annuncia che resterà al suo posto, senza chiedere la proroga prevista dalla legge. «Non voglio dire di essere terrorizzata — aveva dichiarato — ma non è questa la direzione che avrei voluto prendere». Dalla prossima settimana sarà in ferie e come sostituto ha nominato il giudice Jozef Iwulski: una mossa che la presidenza della Repubblica presenta invece come l’avvicendamento imposto dalla riforma. Conflitto congelato. La Commissione Ue, che a dicembre aveva innescato contro Varsavia l’articolo 7 per abusi sistematici dello Stato di diritto, ha avviato una nuova procedura per violazione del principio dell’inamovibilità dei giudici: l’iter può arrivare alla Corte di giustizia europea. Ieri, in un’audizione all’europarlamento, Morawiecki ha rivendicato piena sovranità su materie di politica interna: «Sappiamo guidare le istituzioni. Non dateci lezioni». La riforma
La «purga»
La legge congeda 27 dei 72 magistrati che convalidano anche i risultati elettorali
● Con la riforma giudiziaria, che abbassa l’età pensionabile da 70 a 65, 27 dei 72 giudici della Corte suprema polacca rischiano il prepensionamento
● I giudici possono chiedere di prolungare il mandato al presidente della Repubblica