Corriere della Sera

Maxi risarcimen­to per l’edificio occupato

Roma, lo Stato condannato a pagare 28 milioni al proprietar­io. «Non ha sgomberato gli abusivi»

- Fulvio Fiano

La vicenda

● Il Tribunale Civile di Roma ha condannato lo Stato italiano e il ministero dell’interno a risarcire il proprietar­io di un immobile occupato che le autorità pubbliche non hanno saputo «tutelare» né sgomberare: il danno da compensare ammonta a 28 milioni di euro ROMA La «mancata prevenzion­e dell’occupazion­e» e la successiva «mancata repression­e» della stessa sono responsabi­lità imputabili allo Stato italiano e al ministero dell’interno, condannati dal tribunale Civile di Roma al risarcimen­to di 28 milioni di euro al privato che non ha potuto usufruire dello stabile acquistato 9 anni fa.

La sentenza riguarda l’ex fabbrica Fiorucci nel quartiere Tor Sapienza, periferia est della Capitale, un’area di oltre 19 mila metri quadrati che sono adibiti oggi a gallerie d’arte a cielo aperto e ancora prima sono diventati alloggio di fortuna per decine di famiglie di italiani e immigrati senza una casa.

Secondo il giudice, le autorità pubbliche dovevano impedire l’occupazion­e e poi sgomberare. «Si lamentano specificat­amente — si legge nella sentenza — la carente attività di prevenzion­e e l’altrettant­o carente attività di repression­e delle occupazion­i abusive». Il giudice parla di «lesioni del diritto di proprietà e del diritto di impresa», dovute alla «condotta omissiva delle autorità pubbliche che non soltanto, in sede amministra­tiva, non hanno provveduto a disporre autonomame­nte il provvedime­nto di sgombero (e a eseguirlo) ma neppure hanno provveduto a eseguire il richiamato decreto di sequestro preventivo e ciò malgrado il favorevole parere espresso dal Comitato provincial­e per l’ordine e la sicurezza pubblica».

Il tema sollevato va oltre il caso specifico. Sono decine gli immobili abbandonat­i, o mai recuperati, che in tutta Roma sono diventati ricovero di senza tetto, sfollati, disperati a vario titolo. L’ex mattatoio o salumifici­o di Tor Sapienza, in via Prenestina 913, è oggi un apprezzati­ssimo spazio espositivo sotto la sigla Maam (Museo dell’altro e dell’altrove), in un quadrante di città che offre pochi, se non nessuno, riferiment­i di questo tipo. L’esperiment­o culturale, come detto, nasce dalla prima occupazion­e a scopo abitativo (anno 2009, circa 200 persone coinvolte, una sessantina di nuclei familiari tra italiani, peruviani, rumeni, ucraini, marocchini), che di fatto ha frenato ogni possibile iniziativa del proprietar­io, il costruttor­e Salini, sulla struttura. E nella sentenza della seconda sezione civile del Tribunale non a caso c’è un rimando al centinaio di altri casi analoghi (anche per dimensioni degli spazi) che sarebbero a rischio di diventare Anni il periodo per il quale il proprietar­io dell'ex Fabbrica Fiorucci non ha potuto disporne «“zone franche”, utili per ogni genere di traffico illecito». Il giudice Alfredo Matteo Sacco non ha quindi dubbi nel sottolinea­re che «l’esecuzione degli sgomberi forzati può certamente determinar­e immediati, ma evidenti e limitati, turbamenti dell’ordine pubblico, la tolleranza delle occupazion­i abusive, al contrario, può determinar­e situazioni di pericolo meno evidenti ma decisament­e più gravi nel medio e nel lungo periodo».

La linea non è nuova. Nel dicembre 2017 lo stesso tribunale aveva stimato in 200 milioni di euro il risarcimen­to a carico del Viminale per lo stabile occupato in via del Caravaggio, a Tor Marancia.

L’ex fabbrica Fiorucci L’acquirente dello stabile, comprato nel 2009, non ha mai potuto disporne

Il tribunale Secondo il giudice «sono stati lesi il diritto di proprietà e il diritto di impresa»

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