Maxi risarcimento per l’edificio occupato
Roma, lo Stato condannato a pagare 28 milioni al proprietario. «Non ha sgomberato gli abusivi»
La vicenda
● Il Tribunale Civile di Roma ha condannato lo Stato italiano e il ministero dell’interno a risarcire il proprietario di un immobile occupato che le autorità pubbliche non hanno saputo «tutelare» né sgomberare: il danno da compensare ammonta a 28 milioni di euro ROMA La «mancata prevenzione dell’occupazione» e la successiva «mancata repressione» della stessa sono responsabilità imputabili allo Stato italiano e al ministero dell’interno, condannati dal tribunale Civile di Roma al risarcimento di 28 milioni di euro al privato che non ha potuto usufruire dello stabile acquistato 9 anni fa.
La sentenza riguarda l’ex fabbrica Fiorucci nel quartiere Tor Sapienza, periferia est della Capitale, un’area di oltre 19 mila metri quadrati che sono adibiti oggi a gallerie d’arte a cielo aperto e ancora prima sono diventati alloggio di fortuna per decine di famiglie di italiani e immigrati senza una casa.
Secondo il giudice, le autorità pubbliche dovevano impedire l’occupazione e poi sgomberare. «Si lamentano specificatamente — si legge nella sentenza — la carente attività di prevenzione e l’altrettanto carente attività di repressione delle occupazioni abusive». Il giudice parla di «lesioni del diritto di proprietà e del diritto di impresa», dovute alla «condotta omissiva delle autorità pubbliche che non soltanto, in sede amministrativa, non hanno provveduto a disporre autonomamente il provvedimento di sgombero (e a eseguirlo) ma neppure hanno provveduto a eseguire il richiamato decreto di sequestro preventivo e ciò malgrado il favorevole parere espresso dal Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica».
Il tema sollevato va oltre il caso specifico. Sono decine gli immobili abbandonati, o mai recuperati, che in tutta Roma sono diventati ricovero di senza tetto, sfollati, disperati a vario titolo. L’ex mattatoio o salumificio di Tor Sapienza, in via Prenestina 913, è oggi un apprezzatissimo spazio espositivo sotto la sigla Maam (Museo dell’altro e dell’altrove), in un quadrante di città che offre pochi, se non nessuno, riferimenti di questo tipo. L’esperimento culturale, come detto, nasce dalla prima occupazione a scopo abitativo (anno 2009, circa 200 persone coinvolte, una sessantina di nuclei familiari tra italiani, peruviani, rumeni, ucraini, marocchini), che di fatto ha frenato ogni possibile iniziativa del proprietario, il costruttore Salini, sulla struttura. E nella sentenza della seconda sezione civile del Tribunale non a caso c’è un rimando al centinaio di altri casi analoghi (anche per dimensioni degli spazi) che sarebbero a rischio di diventare Anni il periodo per il quale il proprietario dell'ex Fabbrica Fiorucci non ha potuto disporne «“zone franche”, utili per ogni genere di traffico illecito». Il giudice Alfredo Matteo Sacco non ha quindi dubbi nel sottolineare che «l’esecuzione degli sgomberi forzati può certamente determinare immediati, ma evidenti e limitati, turbamenti dell’ordine pubblico, la tolleranza delle occupazioni abusive, al contrario, può determinare situazioni di pericolo meno evidenti ma decisamente più gravi nel medio e nel lungo periodo».
La linea non è nuova. Nel dicembre 2017 lo stesso tribunale aveva stimato in 200 milioni di euro il risarcimento a carico del Viminale per lo stabile occupato in via del Caravaggio, a Tor Marancia.
L’ex fabbrica Fiorucci L’acquirente dello stabile, comprato nel 2009, non ha mai potuto disporne
Il tribunale Secondo il giudice «sono stati lesi il diritto di proprietà e il diritto di impresa»