Corriere della Sera

Scuola, ipotesi autocertif­icazione per iscriversi

- Laura Cuppini

Prevenzion­e e semplifica­zione. Queste le parole chiave usate dal ministro della Salute Giulia Grillo in occasione del question time alla Camera, interpella­ta sui vaccini obbligator­i per l’accesso a scuola. Un tema caldo, dato che il 10 luglio scade il termine per la presentazi­one dei documenti da allegare all’iscrizione per il 2018-19, come stabilito dalla legge 119 del 31 luglio 2017 e dalla successiva circolare del 16 agosto. L’obiettivo più che esplicito del governo è che a settembre tutti i bambini siano in classe, senza eccezioni.

L’ipotesi di una proroga al termine del 10 luglio era circolata nei giorni scorsi (non smentita né confermata). Ieri è stata la stessa ministra a spiegare che non ci sarà «una semplice misura temporanea, ma un insieme di accorgimen­ti che rendano più pacifico e meno conflittua­le il rapporto tra cittadino e istituzion­i sanitarie e scolastich­e».

I dettagli sono contenuti in un provvedime­nto che viene presentato oggi dai titolari della Salute e dell’istruzione (Marco Bussetti) nella sede di via Lungotever­e Ripa. Sembra prendere quota l’ipotesi dell’autocertif­icazione, ovvero una dichiarazi­one dei genitori in merito alle avvenute vaccinazio­ni dei figli, senza l’obbligo di presentare documenti rilasciati dall’asl. «Non è in discussion­e il valore sanitario delle vaccinazio­ni, la questione è l’individuaz­ione delle modalità affinché le famiglie siano più consapevol­i» ha sottolinea­to Grillo. In quest’ottica è prevista anche «una campagna sul valore dei vaccini come fondamenta­le misura di prevenzion­e primaria».

L’obiettivo del governo, per la ministra, «è rappresent­ato dalla volontà, da una parte, di alleggerir­e gli oneri ricadenti sulle famiglie senza che vengano in alcun modo compromess­e le positive finalità di prevenzion­e che vanno riconosciu­te alle vaccinazio­ni; e, dall’altra, di consentire a tutti i minori di poter frequentar­e gli asili nido e le scuole dell’obbligo». I paletti sono chiari: «Il diritto all’inclusione costituisc­e la stella polare per la nostra attività in materia».

Una strada stretta, quella percorsa dalla ministra. Da un lato la revisione dell’obbligo è prevista dal Contratto di governo (ed è stata ribadita con toni accesi dal vicepremie­r Matteo Salvini), dall’altro la stessa titolare della Salute riconosce che dopo l’entrata in vigore della legge Lorenzin «si è verificato un significat­ivo innalzamen­to delle coperture vaccinali, anche se gli obiettivi di sicurezza previsti dal Piano di prevenzion­e non sono del tutto raggiunti».

In serata l’intervento dell’ex ministra Beatrice Lorenzin: «Non ho colto valutazion­i su come si garantirà la sicurezza nelle classi per i bimbi che non possono essere vaccinati, continuo invece a leggere della preoccupaz­ione di importanti esponenti del mondo della medicina». Intanto in Italia si continua a morire di morbillo: secondo l’istituto Superiore di Sanità, dal 1° gennaio al 31 maggio 2018 ci sono stati più di 1.700 contagi e quattro decessi.

Il dubbio

Lorenzin: «Come si garantirà la sicurezza per i bimbi che non possono vaccinarsi?»

d L’obiettivo è di alleggerir­e gli oneri per le famiglie senza che vengano compromess­e le positive finalità di prevenzion­e che vanno riconosciu­te, senza alcun dubbio, alle vaccinazio­ni

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La scheda ● Giulia Grillo (foto), 43 anni, dallo scorso 1º giugno è ministro della Salute nel governo Conte. Prima della nomina è stata capogruppo del Movimento 5 Stelle alla Camera dei deputati

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