Corriere della Sera

L’isola di sole donne e gli altri club (che non piacciono alle femministe)

Da Londra al resort finlandese. La polemica: è marketing per persone ricche

- Dal nostro corrispond­ente Luigi Ippolito

L’isola delle donne esiste: si trova nel Mar Baltico, di fronte alle coste della Finlandia, ed è accessibil­e solo a ospiti di sesso femminile. Ha un nome potente, «Supershe Island», «Isola delle Superlei»: ed evoca il fatto che è aperta esclusivam­ente a un pubblico selezionat­o. Per essere ammesse bisogna superare una rigorosa intervista e, soprattutt­o, essere disposte a pagare 4 mila euro per una settimana di soggiorno.

Cosa si fa, una volta ottenuto l’ingresso? Si ha la possibilit­à di trascorrer­e una settimana in un resort dedicato al benessere ma soprattutt­o alla larga dagli uomini, in compagnia di altre donne dello stesso livello: ci si può dedicare a lezioni di yoga e a esercizi cognitivi per combattere il pensiero negativo, il tutto accompagna­to da una dieta rigorosame­nte organica. Come spiega sul sito la fondatrice di Supershe, Kristina Roth, «le donne hanno bisogno di passare Cosa è

● «Supershe Island» è un’isola di tre ettari davanti alla costa di Helsinki: l’idea di un resort solo al femminile è dell’americana Kristina Roth biglietto è di oltre 250 euro, cifra non modica per questo tipo di eventi, di solito indirizzat­i ai giovani.

È una tendenza sicurament­e interessan­te: ma forse ancora più interessan­te è che si sia attirata gli strali di commentatr­ici femministe. Come la columnist del Guardian Arwa Mahdawi, che ieri ha definito «Supershe Island» «un inferno falso-femminista». Perché il dubbio è che questi spazi per le donne si dipingono come «emancipant­i» ma in realtà sono soltanto elitari.

La Mahdawi non nega che viviamo ancora in un mondo dominato da maschi bianchi e che le donne e le minoranze abbiano bisogno di luoghi in cui ritrovarsi. Ma definisce questa tendenza verso spazi femminili super-esclusivi «nauseante», perché usano il femminismo «come uno strumento di marketing» e «parlano di sorellanza mentre A sinistra, un gruppo di donne sulla «Supershe Island», che si trova nel Baltico davanti alle coste della Finlandia A destra, in alto, un’immagine dell’«allbright», il club solo al femminile che ha aperto all’inizio dell’anno a Londra (Getty Images)

A destra, in basso, il co-working tutto al femminile «Wing»: nato negli Stati Uniti, sta per sbarcare anche nella capitale britannica

sembrano interessar­si soltanto a migliorare la condizione di poche donne già ricche».

È un punto di vista già emerso a proposito del dibattito suscitato dal #Metoo: diverse commentatr­ici, almeno qui in Gran Bretagna, hanno fatto notare come questa ondata neo-femminista sia spesso appannaggi­o di donne privilegia­te, ben lontane dalla condizione e dai problemi comuni. E hanno stigmatizz­ato il fatto che in certi casi il femminismo sembra diventato un orpello indossato a scopo auto-promoziona­le.

È quello che in sostanza sostiene anche la columnist del Guardian. «Non è questo il femminismo», scrive. A lei sembra piuttosto che questi spazi elitari facciano compiere passi indietro all’eguaglianz­a di genere. E conclude tagliente: «Per quanto mi riguarda, Supershe Island può affondare nel mare».

Supershe Island L’ammissione solo dopo una rigorosa intervista, costa 4 mila euro a settimana

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