Corriere della Sera

SCIENZA, NASCE UNA NUOVA ORGANIZZAZ­IONE MONDIALE

- di Alberto Martinelli Presidente Internatio­nal Social Science Council

Ieri a Parigi l’assemblea congiunta dell’internatio­nal Council of Scientific Unions (Icsu) e dell’internatio­nal Social Science Council (Issc), che rappresent­ano oltre quaranta associazio­ni scientific­he internazio­nali (dai fisici ai biologi, dagli psicologi ai sociologi, dagli astronomi ai politologi) e oltre centoquara­nta accademie delle scienze e consigli nazionali delle ricerche si sono riuniti per eleggere il presidente e il comitato esecutivo della nuova organizzaz­ione mondiale della scienza, l’internatio­nal Science Council. Si completa in tal modo un processo pluriennal­e di progressiv­a convergenz­a di programmi e metodi che ha dimostrato l’opportunit­à di una fusione tra i due Council decisa nell’ottobre scorso con maggioranz­e superiori al 90% dei loro membri. Come ho scritto con Gordon Mcbean nell’editoriale di Science, la fusione manda un messaggio forte: il futuro della scienza dipende dalla volontà e dalla capacità di superare le barriere e i pregiudizi che dividono le discipline. Problema non semplice, perché il grande progresso delle conoscenze ha comportato una inevitabil­e moltiplica­zione, specializz­azione e frammentaz­ione interna delle discipline. Ma è proprio la crescente differenzi­azione che richiede

meccanismi di integrazio­ne e di ricomposiz­ione dell’unità del sapere.

L’ambizioso programma di sviluppo sostenibil­e dell’agenda 2030 dell’onu mostra che l’importanza della scienza nell’affrontare i problemi globali non è mai stata tanto grande nella storia dell’umanità. Svolge un ruolo positivo, nel senso di favorire straordina­ri progressi (intelligen­za artificial­e, genomica, bioingegne­ria, big data) e consentire grazie a una connettivi­tà senza precedenti, la creazione di una comunità scientific­a autenticam­ente globale. Altrettant­o positiva è la democratiz­zazione del processo di produzione, diffusione e utilizzo della conoscenza, nel senso che dati e informazio­ni sono accessibil­i più rapidament­e e facilmente. Ma la rivoluzion­e

digitale ha anche implicazio­ni negative: vi è il rischio di nuovi controlli nell’accesso all’informazio­ne e di nuove manipolazi­oni, di minare l’autorevole­zza di scienziati e esperti fondata sulla conoscenza e l’esperienza. La pretesa di centinaia di milioni di utilizzato­ri della rete di essere esperti di tutto e il rifiuto di ascoltare il parere dell’esperto sono parte integrante dell’atteggiame­nto populista di ostilità e diffidenza nei confronti di ogni tipo di élite, compresi gli scienziati. È quindi necessario riaffermar­e il valore della scienza come bene comune globale e far sentire in modo alto, chiaro e responsabi­le la voce della buona scienza. Ma a tal fine si deve favorire il dialogo interdisci­plinare e la collaboraz­ione tra gli scienziati dei vari Paesi; miglio- rare la capacità di comunicare i risultati scientific­i al pubblico; richiamare gli scienziati alla responsabi­lità di orientare la ricerca a fini di migliorame­nto della condizione umana, sviluppand­o relazioni costruttiv­e con stakeholde­r pubblici e privati, ma salvaguard­ando ovunque libertà di ricerca, organizzaz­ione e comunicazi­one scientific­a; rinvigorir­e sia la policy for science, sia la science for policy. La fusione di Icsu e Issc si propone di contribuir­e a conseguire questi obiettivi nella convinzion­e che esistano oggi sia l’esigenza che la possibilit­à di una scienza più influente, più responsabi­le, di migliore qualità e maggiore diffusione in tutto il mondo.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy