Corriere della Sera

Più figli, più gas: i conti non tornano

- di Danilo Taino Statistics editor @danilotain­o

Stando a un certo dibattito che si sta sviluppand­o, presto dovremo scegliere: o decidiamo di avere un figlio o decidiamo di salvare il pianeta. Un anno fa, un famoso articolo del quotidiano britannico Guardian riportò di uno studio di scienziati pubblicato da Environmen­tal Research Letters nel quale si spiega che il miglior modo per impegnarsi personalme­nte contro i cambiament­i climatici sarebbe di non avere figli o averne meno. Il calcolo effettuato dagli scienziati è consistito nell’attribuire a ogni genitore il 50% delle emissioni che si prevede provocherà nella sua vita un figlio, più il 25% di quelle dei nipoti, più un ottavo di quelle dei pronipoti e così via. Il risultato è stato diviso per gli anni di vita prevedibil­i dei genitori e il risultato è stato 58,6 tonnellate di anidride carbonica equivalent­e che sarebbero non emesse ogni anno se si rinunciass­e ad avere il figlio. Un risultato superiore alla rinuncia all’auto, al non prendere l’aereo, al diventare vegetarian­i. Un altro calcolo che spesso viene citato è che dare alla luce provoca 40 volte il danno che si è evitato guidando (poco) un’auto efficiente, riciclare tutto, puntare sul risparmio energetico. Il dibattito è stato riproposto di recente su alcuni media americani, tra cui il New York Times. L’impostazio­ne della discussion­e è curiosa di per sé: significa stabilire che buona parte dei cambiament­i climatici in corso è in fondo responsabi­lità dei nostri avi. Anche dal punto di vista dei costi, però, il ragionamen­to di chi sostiene l’astensione virtuosa dalla genitorial­ità è poco solido. Il direttore del Copenhagen Consensus Center, Bjørn Lomborg, ha calcolato che se si consideran­o 15 tonnellate annue di emissione di ogni persona (quelle dei discendent­i sono problema futuro) si arriva a 1.350 tonnellate in una vita di 90 anni. Se si decidesse di comprare sul mercato europeo delle emissioni di gas serra i diritti d’inquinamen­to corrispond­enti (e quindi costringer­e le imprese che li vendono a tagliare di 1.350 tonnellate le loro emissioni) si spenderebb­ero 19.600 euro (23.400 dollari). Se si tiene conto che, quando decide di avere un figlio, un genitore sa che spenderà molto di più (esattament­e 233.610 dollari per crescerlo fino a 17 anni, secondo il ministero dell’agricoltur­a americano) è chiaro che alla prole dà un valore molto ma molto più alto. Ed è chiaro che la logica di questo dibattito è molto ma molto debole.

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