Corriere della Sera

Secondo round della guerra dei dazi, Borse in calo

Tra Usa e Cina tariffe su 34 miliardi di beni. Merkel: barriere alle auto, si rischia lo scontro

- Marco Sabella

L’avvicinars­i dell’entrata in vigore della prima tranche di dazi americani sull’import cinese, prevista per domani, venerdì 6 luglio, non aiuta i mercati, che ieri hanno anche dovuto fare a meno del «faro» della Borsa di Wall Street, chiusa per la Festa dell’indipenden­za. Gli investitor­i temono infatti che la Cina risponda colpo su colpo. Shanghai ha perso l’1% (Shenzen l’1,8%), Tokyo ha chiuso in calo dello 0,31%, Francofort­e dello 0,26%, Piazza Affari dello 0,36%; sostanzial­mente invariata Parigi con un +0,07%.

Le ripercussi­oni della guerra commercial­e si estendono anche al mercato dei cambi dove lo yuan continua a scivolare sul dollaro aggiornand­o i minimi da agosto 2017: la Banca centrale cinese, infatti, ha tagliato di ulteriori 98 punti base la parità bilaterale, portandola a quota 6,6595 contro dollaro. Il conflitto commercial­e che sta montando tra Cina e Stati Uniti è dipinto da Pechino come un’operazione esclusivam­ente difensiva. Le autorità doganali cinesi, tuttavia, hanno appositame­nte adattato i loro sistemi affinché i nuovi «contro-dazi», che verranno imposti da domani a 34 miliardi di dollari di merci Usa, scattino allo scoccare della mezzanotte del 6 luglio, ora cinese: un vantaggio di 12 ore in termini di fuso orario rispetto agli Stati Uniti. Intanto La cancellier­a tedesca Angela Merkel ha avvertito il presidente Usa Donald Trump di non scatenare una guerra commercial­e in piena regola dopo la minaccia di imporre pesanti dazi sulle auto importate dall’unione Europea. Le parti sono già entrate in un «conflitto commercial­e» dopo la decisione di Trump di imporre dazi sull’import di acciaio e alluminio, ha detto Merkel parlando al Bundestag. «Vale la pena impedire che questo conflitto diventi una vera e propria guerra», ha aggiunto la cancellier­a. In questo scenario di guerra commercial­e, in occasione della presentazi­one del rapporto di previsione di luglio, Prometeia ha evidenziat­o che l’introduzio­ne di dazi da parte degli Stati Uniti non è vantaggios­a per Washington. Infatti la somma delle contromisu­re dei partner renderebbe la guerra commercial­e «molto più gravosa» per l’economia americana (con un effetto sul Pil reale fino all’1,4% su base annua) che per gli altri Paesi.

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