Chiude i battenti Mosaicoon, orgoglio della svolta digitale «made in Sicily»
Il team della startup Mosaicoon fondata da Ugo Parodi Giusino (a braccia conserte)
«Un fallimento fa parte dei cicli di mercato, passare da un insuccesso aiuta a crescere»: con queste parole Ugo Parodi Giusino, fondatore di Mosaicoon commenta la chiusura della società, simbolo delle startup siciliane, che nel tempo ha aperto sei sedi nel mondo. In dieci anni Mosaicoon ha fatturato 20 milioni di euro e inventato un nuovo modello di campagne video virali sul web. Nonostante ciò la startup, certamente più longeva della maggioranza delle altre realtà innovative italiane, non ce l’ha fatta: «Non siamo riusciti a stare al passo con un mercato digitale competitivo, che corre a velocità sostenute», commenta Giusino, che lamenta anche di aver incontrato difficoltà all’accesso ai capitali per la seconda fase di crescita. A tal proposito il deputato del Pd Michele Anzaldi ha sottoposto ieri un’interrogazione al ministro dello Sviluppo economico per «aprire un tavolo di confronto per affrontare la questione Mosaicoon, individuare possibili soluzioni a salvaguardia dei livelli occupazionali e per tutelare la fuga di cervelli e la tutela dei brevetti nei confronti dei grandi colossi del web». Il caso
● Mosaicoon, nata nel 2008, era un marketplace dove le aziende trovavano professionisti per video pubblicitari. La startup è sempre stata considerata un modello nel panorama italiano. È arrivata a contare cento dipendenti e ha mantenuto la sede a Palermo, una piccola «tech valley» sulle coste siciliane