Sette startup per far crescere il business di Reply
(g.cimp.) Sette nuove «startup» da inizio anno: le ha fondate Reply su tecnologie verticali di ultimissima generazione, dalla blockchain alla data-driven health. Il modello di crescita della tech company torinese continua a basarsi sulla creazione di linee interne specializzate, sull’incubazione di startup (21 nell’incubatore londinese del Gruppo) e sulle acquisizioni. Come quella di Valorem, società statunitense specializzata nella Digital Strategy e soluzioni Cloud, che Reply ha acquisito per rafforzare la sua presenza negli Usa. «Con la crescita del cloud — spiega l’amministratore delegato Tatiana Rizzante (foto) — le innovazioni sono a rilascio continuo e si lavora gomito a gomito con il cliente». Per restare al passo con le tecnologie che evolvono sempre più velocemente Reply anticipa i tempi e studia le nuove frontiere: «Ormai intelligenza artificiale e internet delle cose sono scontate — continua —. Ora stiamo studiando il Biotech, la possibilità di «aumentare» l’essere umano». E l’automazione delle azioni ripetitive dei «colletti bianchi»: «Il nostro grande limite è la carenza di risorse specializzate, facciamo fatica a trovare neolaureati brillanti in materie tecniche — conclude Rizzante —. La risposta alla carenza di talenti non è la delocalizzazione in paesi emergenti ma l’automazione dei compiti». E sull’eventualità di vendere la maggioranza delle quote a grandi fondi internazionali per tentare una crescita più rapida risponde convinta: «Vogliamo proseguire con la crescita graduale. Il modello vincente è il nostro, fatto di tante unit verticali e super specializzate, che non si lasciano sfuggire nessun trend d’innovazione».