La presentazione e la commemorazione
Una giornata di ricordo. Oggi, primo anniversario della scomparsa di Joaquín Navarro-valls, Rome Biomedical Campus University Foundation, fondazione dell’università Campus Biomedico di Roma, presenta in anteprima a Palazzo Altieri (piazza del Gesù, Roma, ore 14.30) il libro Joaquín Navarro-valls. Ricordi, scritti, testimonianze a cura di Paolo Arullani e edito da Ares, a conclusione del workshop Can Benevolence change the world, incontro di approfondimento sul concetto di «benevolenza» (ingresso su invito) . Il volume è diviso in due parti: nella prima si tratteggia la figura del protagonista del libro; nella seconda Navarro-valls prende direttamente parola attraverso la pubblicazione finora inedita di alcuni suoi testi. Impreziosiscono il ricordo di Navarro-valls i contributi del cardinale Stanislao Dziwisz, già segretario di Giovanni Paolo II, di Gianni Letta, Beatrice Lorenzin, Sergio Marchionne e Mario Moretti Polegato. Introducono l’appuntamento Cesare Cavalleri e Stefano Lucchini. Testimonianze di Mario Moretti Polegato, Gianfranco Librandi e Lucia Vedani.
con l’attenzione alla dignità della persona. Lenito anche con il più piccolo gesto di solidarietà e di amore. Il paziente è soprattutto una persona non il luogo fisico di una malattia, né il cliente di un ospedale sul quale misurare l’efficienza di un servizio. È il soggetto mai l’oggetto di una terapia per quanto efficace e indispensabile. Si cura il malato, non la malattia. Ascoltando l’io del paziente, il medico scopre, secondo Navarro-valls, anche il dolore dell’anima. A volte più profondo, insondabile. «Siamo inclini a pensare — scriveva il Papa parlando dei medici — piuttosto a una vocazione, non semplicemente a una professione». La benevolenza, espressione più laica della misericordia, è l’antidoto contemporaneo all’egoismo.
Wojtyla accomunava al termine sofferenza quello di un mistero che l’essere umano non può oltrepassare. Da dove viene? Perché a me? «Il paziente tende a chiudersi, dentro un cerchio invisibile — scriveva Navarro-valls — alle volte con tratti che assomigliano all’egoismo». Giovanni Paolo II dispose, fin dall’inizio del suo pontificato, che le prime file delle udienze fossero riservate ai malati, affinché si sentissero circondati dall’affetto di tutti. «Con chi soffre non si deve avere mai fretta e soprattutto bisogna saper ascoltare». «Quella frase era per noi medici — scriveva Navarro-valls — una stupenda indicazione che andava oltre la diagnosi e la prescrizione della terapia». Nella poesia Profili di Cireneo del 1958, Wojtyla parlava dei cirenei del nostro tempo. Uno lo avrebbe avuto accanto, vent’anni dopo. ● I relatori che discutono con gli autori del libro sono Venanzio Postiglione, Mahmoud Asfa e Luca Bressan. Introduce il dibattito Anna Scavuzzo, coordina Rolla Scolari