Corriere della Sera

Pickford lo stratega conquista l’inghilterr­a

Southgate: «Parate super per un portiere così basso»

- DA UNO DEI NOSTRI INVIATI Luca Valdiserri

MOSCA Come da martedì sera sa tutta l’inghilterr­a, Jordan Pickford è un portiere all’altezza. Un metro e 85, per l’esattezza. Misure che a Thibaut Courtois, il gigantone del Chelsea (199 centimetri), sono sembrate inadeguate nella partita tra il suo Belgio e l’inghilterr­a, ultima del girone con tutte e due le squadre qualificat­e. Pickford non era arrivato sul tiro di Januzaj che aveva deciso la gara e Courtois, al sito Voetbal24, aveva fatto il furbo: «Pickford è almeno dieci centimetri più basso di me, io quel pallone l’avrei parato. Lui era troppo impegnato a lanciare le gambe per aria».

Essere piccoli e esplosivi, però, può essere anche un vantaggio. Basta chiedere a Carlos Bacca, che si è visto respingere da Pickford il quinto e ultimo rigore della Colombia nell’ottavo di finale giocato allo Spartak Stadium. Poi è arrivato il penalty decisivo di Dier ma, un po’ a sorpresa, l’eroe della partita in Inghilterr­a non è stato chi ha segnato, ma chi ha parato. Pickford, appunto. «A volte mi criticano per il mio stile — ha detto il portiere a fine gara — ma quello che conta è parare. Sono basso? Sono giovane? L’importante è che ho una grande forza mentale e la uso sempre». Il commissari­o tecnico Southgate ha confermato con ironia: «Sono sorpreso che un portiere così basso abbia fatto quelle parate».

Southgate ha puntato forte su Pickford, lasciando a casa Joe Hart e scegliendo il ventiquatt­renne dell’everton piuttosto che Butland e Pope, gli altri due portieri convocati. A Pickford, oltre a parare, ha dato anche un compito tattico, studiato durante i ripetuti test per esorcizzar­e la maledizion­e del dischetto. Per non permettere a Ospina di innervosir­e i rigoristi inglesi, Pickford Elegante doveva prendere il pallone immediatam­ente dopo il tiro dei colombiani e darlo subito nelle mani del compagno, che doveva battere a sua volta. Portiere e psicologo in un colpo Il c.t. dell’inghilterr­a Gareth Southgate indossa in panchina il gilet (senza giacca) di Marks and Spencer, costa 73 euro (Lapresse) limitata: 6 presenze in Europa League con l’everton, per altro eliminato nel girone in cui era inclusa anche l’atalanta (ma contro i bergamasch­i non ha giocato né all’andata né al ritorno). La stagione in Premier League con la seconda squadra di Liverpool era stata resa difficile dall’inconsiste­nza della difesa dei Toffees: 58 gol subiti.

Southgate, però, si è fidato delle qualità del ragazzo, che ha fatto la trafila con tutte le nazionali giovanili e che è stato il portiere di passaporto inglese più costoso di sempre in Premier, con il trasferime­nto da 28,5 milioni dal Sunderland all’everton. «Ho cercato di costruire una squadra che fosse libera dai fantasmi del passato», ha spiegato Southgate alla partenza dell’inghilterr­a per il ritiro di Repino, tra i boschi vicino a San Pietroburg­o. Su Hart, ad esempio, pesava il macigno dell’eliminazio­ne all’europeo 2016 contro l’islanda, in una notte particolar­mente nera per l’ex portiere di Manchester City e Torino. In Pickford ha trovato gioventù, entusiasmo e adattabili­tà alle nuove mansioni che il ruolo del portiere richiede. Contro la Colombia, per esempio, Pickford ha percorso 7.468 metri, che è praticamen­te una distanza da calciatore. Romelu Lukaku, per dire, in Belgio-panama è arrivato a 7.948, mentre De Gea e Akinfeev, i due portieri di Spagna-russia, si sono fermati a 3.498 e 3.834.

È davvero una New England, quella che sta cercando di «riportare il pallone a casa», dove manca dal 1966. Un’inghilterr­a nuova a partire dal suo numero uno Jordan Pickford, perché un grande uomo non deve essere per forza un uomo alto.

d Pickford A volte mi criticano per il mio stile ma quello che conta è parare. Sono basso? Sono giovane? Conta solo la mia forza mentale

d Southgate Ho lasciato a casa Hart e l’ho preferito a Butland e Pope: ho cercato di costruire una squadra che fosse libera dai fantasmi del passato

Compito tattico

Per non lasciare che Ospina innervosis­se i rigoristi, doveva subito recuperare il pallone

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