Fuori anche il Brasile delle super stelle
Martinez s’inventa un capolavoro tattico Un’autorete e De Bruyne spianano la strada La Seleçao fermata da un super Courtois
KAZAN Ancora una volta sarà una squadra europea a vincere il Mondiale organizzato nel Vecchio Continente. Neymar non porta il Brasile dove solo Pelé, nel 1958, in Svezia, era riuscito. In realtà O Ney non ci va nemmeno vicino, perché la Seleçao si ferma nei quarti contro il Belgio, che gioca un primo tempo tatticamente perfetto, in cui Martinez ridicolizza Tite, e una ripresa di grande sofferenza perché il Brasile butta in campo tutti gli attaccanti che ha.
Ci saranno polemiche perché il pessimo arbitro serbo Mazic non concede un rigore al 10’ della ripresa per un contatto Kompany-gabriel Jesus. L’unica spiegazione è che dal Var (Orsato) arrivi la segnalazione che il pallone era probabilmente destinato sul fondo. Ma tutta la gara è stata diretta male e senza coraggio, come quando è stato risparmiato un giallo a Neymar (diffidato, avrebbe saltato la semifinale) per uno dei soliti tuffi in area. Alla fine, il vizio di buttarsi troppo è stato pagato da chi non c’entrava.
Si può discutere sul risultato ed è negli occhi di tutti il miracolo finale di Courtois, che al quarto minuto di recupero, toglie da sotto la traversa un tiro di Neymar che sembrava il 2-2 già scritto. Quello che non si può negare, però, è che il calcio è anche un gioco di intelligenza e il Belgio ne ha avuta più del Brasile. Tanti sono stati i giocatori decisivi tra i Diavoli Rossi — da De Bruyne a Courtois, fino a Fellaini e Hazard — ma l’impronta è stata quella dell’allenatore, con una rivoluzione simile a un iceberg. La parte visibile è la conferma di Chadli e Fellaini, che erano entrati dalla panchina per Mertens e Carrasco nella rimonta contro il Giappone. La parte sommersa, dove il Brasile sbatte stile Titanic, è che il Belgio difende con la linea a 4 (Meunier-alderweireld-kompanyvertonghen) ma soprattutto marca a uomo: Meunier-neymar e Vertonghen-willian sulle fasce; Alderweireld-gabriel Jesus e Kompany libero; Witsel-coutinho in basso e De Bruyne-fernandinho in alto; Hazard e Lukaku stanno larghi per impegnare Fagner e Marcelo. Un capolavoro tattico, che manda in tilt il gioco brasiliano.
Alla bravura si aggiunge la buona sorte: Thiago Silva colpisce un palo con un colpo un po’ casuale di coscia e, su azione simile da corner, nell’altra area, Fernandinho batte Alisson con una goffa deviazione. Il raddoppio belga, invece, è un’azione di rara bellezza calcistica tra Lukaku e De Bruyne, che scarica nell’angolo più lontano. La mancanza dello squalificato Casemiro si fa sentire.
Nella ripresa Tite gioca il tutto per tutto: Firmino per Willian e 4-1-1-4, con Marcelo ala sinistra, Firmino e Neymar doppio centravanti e Douglas Costa, entrato come una furia, a destra. Coutinho fa il trequartista aggiunto. Tite indovina almeno i cambi e Renato Augusto segna l’1-2 con un bell’inserimento. Ma ormai è tardi. Il Belgio ha segnato con nove giocatori diversi in questo Mondiale. Solo l’italia nel 2006 e la Francia nel 1982 sono arrivate a 10. Il gruppo vince (quasi) sempre. Questo sfiderà la Francia, mentre Neymar torna a casa come Messi e CR7.