Corriere della Sera

«Manca l’aria, salviamoli ora»

Manca l’ossigeno. Solo 24 ore per salvarli Il Paese urla «Hooyah! Hooyah», forza, forza

- di Francesco Battistini

Manca l’ossigeno. Bisogna fare in fretta per salvare i dodici ragazzi più il loro allenatore intrappola­ti da 14 giorni nella grotta in Thailandia. Ora è una lotta contro l’orologio: 24 ore massimo per tirarli fuori sani e salvi. I ragazzi, più passa il tempo, rischiano anche danni al cuore e al cervello. Un intero Paese aspetta con trepidazio­ne il lieto fine. Ma proprio ieri un soccorrito­re è morto nella cava. I suo compagni: «Andiamo avanti a compiere la missione. Proprio come volevi tu».

«H ooyah! Hooyah! Hooyah!». Forza, forza, forza. Tirateli fuori, ragazzi, e fate presto. Schierati sull’attenti fra tredici ambulanze, come le tredici vite che devono andare a salvare. Concentrat­i come pugili muay che s’incoraggia­no per l’ultimo dei combattime­nti, o per il sacrificio estremo. A mezzanotte muoiono tutte le illusioni e nella luce delle fotocellul­e i Navy Seals thailandes­i giurano sulla missione. Nessuna trivella scenderà dal monte, niente attese pericolose, ma quali lezioni di nuoto, l’unica via è quella che s’è sempre immaginata: immergersi quanto prima nella grotta delle trappole, scivolare dentro il pantano per quattro chilometri, aggrappars­i alle rocce strettissi­me, strisciare sugli speroni taglienti. E andare a prendere per mano quei dodici campioncin­i col loro allenatore. Veloce, bisogna fare veloce: sta arrivando il monsone, e già si scuotono i banani ai piedi del monte; lampeggia nel buio, e tutt’intorno le risaie s’illuminano come flash. Un po’ sì e un po’ no, cade sottile qualche goccia di pioggia. Su le maschere. Chiudere le mute. Aprire le valvole del nitrox e dell’aria compressa. Gli incursori della Marina si radunano sotto un tendone, all’ingresso del dedalo sotterrane­o di Tham Luang, per ricevere istruzioni che già conoscono. Manca solo

14 Giorni

I 13 ragazzi sono intrappola­ti nella grotta da 2 settimane: sono entrati il 23 giugno

l’ordine finale. Nel campo risuona l’hooyah, il grido di battaglia di tutti i Navy Seals del mondo, e stasera è anche il pianto funebre per Saman Kunan, il sommozzato­re morto perché là sotto non respirava più. La promessa dei suoi commiliton­i, scritta sul web: «Non abbiamo perso il morale, Saman! Non sei morto invano! Tu riposa in pace, noi andiamo a compiere la missione. Proprio come volevi tu».

Li vogliono portar fuori a due a due, a partire da subito. Tenuti legati ai diver, una maschera facciale con l’ossigeno necessario a respirare e a parlare. Si comincerà dai ragazzini più robusti e meno inesperti dell’acqua. Ultimo sarà Ekapol, il coach che ha fatto il pasticcio e però ha tenuto viva la sua squadra. Se non ora, quando? Mentre gli incursori s’esortano a vicenda, e si preparano a scendere, è quasi l’una di notte quando il governator­e di Chiang Rai, Narongsak Osatanakor­n, si decide finalmente a tenere una conferenza stampa rinviata quattro volte, e solo per dirci che l’operazione salvataggi­o non si svolgerà nella nottata: i ragazzi possono camminare, questo sì, ma non sono pronti a nuotare sott’acqua, e insomma ci penseranno casomai i sub a portarli fuori... Ok, ma come? E qual è il piano? Risposte che non sono risposte. Domenica saranno secchiate d’acqua dal cielo, e dunque non rimane che un giorno. Entrare nel dedalo e uscirne, richiederà almeno undici ore. «E’ una corsa contro il tempo», spiega Ben Reymenants, un sub belga: «Il percorso è difficile, un labirinto di corridoi, immersioni e un chilometro e mezzo d’arrampicat­e. Ma le correnti e la visibilità sono buone e alla fine i ragazzi non dovranno stare molto sott’acqua». La sagola per aggrappars­i e tirarsi fuori è sistemata, gli autorespir­atori pure, in ogni cavità sono state piazzate tre bombole d’emergenza, all’uscita dei tratti sommersi ci sarà un medico per controllar­e che tutto vada bene. A questo punto, servono solo fortuna e coraggio. Se ne avrete e ce la fate, promette la Fifa ai ragazzi, venite tutti a Mosca a vedere la finale dei Mondiali. Se ce la fanno, dopo un venerdì mondo dal ai piccoli vecchio come «Stay del calciatori. Ronaldo questo, grande strong!», a è calcio Klopp un Forza, urla miracolo. il – – forza, Saman, forza. che riemergend­o La brutta fine nella di grotta s’è trovato senza ossigeno ed è riuscito solo a

strattonar­e due volte la cordicella bianca per dire ai compagni che le cose non andavano, ha gelato tutti con una domanda: come possono salvarsi ragazzini che non sanno nuotare, laddove muore perfino un sub esperto? Qualche

Niente trivelle: l’unica opzione è quella della immersione guidata

La ricerca di un tunnel dall’alto si è rivelata una bufala

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Soldati thailandes­i trasportan­o un equipaggia­mento per le operazioni di salvataggi­o dei ragazzi
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