Corriere della Sera

Com’è profondo il mare

- di Massimo Gramellini

Non è un periodo facile. E se dici che le paure degli italiani vanno comprese, i comunisti col Rolex ti danno del salvinista. E se non fai la ola per i respingime­nti «disumanita­ri», i salvinisti ti danno del comunista col Rolex. (In entrambi i casi, nessuno ti dà mai un Rolex). Se sbeffeggi il potente di turno, sei arrogante e paternalis­ta. Se ti commuovi per un gesto di cuore, sei retorico e buonista. Se poi ti azzardi a far funzionare il cervello (per fortuna non è il mio caso), diventi prevedibil­e e noioso. Internet peggiora la situazione, perché l’assenza di contatto esaspera gli insulti che davanti a un bicchiere di vino si trasformer­ebbero in pacche sulle spalle. Ma anche per strada si avverte una dose atomica di aggressivi­tà e una mancanza sconfortan­te di curiosità per le opinioni degli altri. Ormai si può solo essere pro o contro qualsiasi cosa — dai migranti ai vaccini ai vegani — e chi non si schiera a prescinder­e è complice del nemico. Ebbene, oggi mi schiero anch’io. Con questa foto, scattata a Gaeta dal signor Giorgio Moffa. Riprende di spalle un vedovo inconsolab­ile che ha portato il ritratto della moglie a respirare il mare. Amore, assenza, senso della vita: a occhio, ciò di cui si sta occupando l’uomo con la canottiera è molto più importante del dibattito pubblico in corso. Soprattutt­o molto più interessan­te.

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