Corriere della Sera

«Via le correnti di sinistra dalle toghe» Bufera sul sottosegre­tario Morrone

Legnini (Csm): intervenga Bonafede. Ma il ministro: ha chiarito, il dialogo va avanti

- Alessandra Arachi

L’occasione è stata un corso di formazione per giovani magistrati, organizzat­o ieri mattina dal Csm. Jacopo Morrone, sottosegre­tario leghista alla Giustizia, non ha usato perifrasi :« auspico che la magistratu­ra si liberi dalle correnti, in particolar­e di quelle di sinistra».

La polemica è esplosa immediata nel mondo delle toghe ed è andata avanti per tutta la giornata. Lì per lì la sala del corso del Csm si è riempita di forti brusii, mentre Antonello Ardituro, — consiglier­e togato del Csm di Area — ha alzato la sua voce in una vibrante protesta.

Subito dopo ci ha pensato lo stesso vice-presidente del Csm Giovanni Legnini a mostrare tutta la sua indignazio­ne: «Sono parole che non possono essere né condivise né accettate quelle di Morrone, pronunciat­e in una sede inopportun­a ad una platea di giovanissi­mi magistrati». Legnini ha chiamato in ballo direttamen­te Bonafede: «Telefonerò e scriverò al ministro della Giustizia per informarlo e chiedere di assumere delle determinaz­ioni».

Anche l’anm è intervenut­a in maniera molto decisa, in piena sintonia con Legnini: «Le parole del sottosegre­tario Morrone sono gravi e inaccettab­ili. L’anm stigmatizz­a il contenuto di queste gravissime affermazio­ni e ribadisce il ruolo fondamenta­le di tutti i gruppi associativ­i all’interno della magistratu­ra, in quanto garanzia di pluralismo».

Per tutta la giornata si sono poi alternate le proteste di tutte le correnti della magistratu­ra e la voce di quella di Magistratu­ra democratic­a — Md — è stata forse la più forte Avvocato Jacopo Morrone, 35 anni, di Forlì, eletto deputato con la Lega, è alla sua prima legislatur­a. A giugno è stato nominato sottosegre­tario alla Giustizia del governo Conte (Imagoecono­mica) invocando a piena voce l’intervento del ministro della Giustizia. Che in serata ha fatto sentire la sua voce con un comunicato che aveva il sapore di una doppia bacchettat­a al suo sottosegre­tario.

Morrone dopo l’esplosione della polemica si è impegnato in una precisazio­ne: «Rivendico la posizione politica, in magistratu­ra non ci sono correnti migliori di altre. Ma voglio dire che le mie parole pronunciat­e al Csm sono una posizione personale che non rappresent­a la posizione del ministro».

C’è stato chi — tra questo David Ermini, capogruppo del Pd in commission­e iustizia — ha valutato questa precisazio­ne peggiore della prima affermazio­ne, invocando le dimissioni di Morrone.

Il ministro Bonafede è stato laconico, ma deciso: «Prendo atto che il sottosegre­tario Jacopo Morrone ha già chiarito che quello di stamattina era un giudizio politico espresso in un luogo in cui non dovrebbero entrare le opinioni personali».

Subito dopo la nota del ministro della Giustizia è molto

Le parole di Morrone sono inaccettab­ili La libertà di associazio­ne è riconosciu­ta dalla Carta a tutti i cittadini e ai magistrati Giovanni Legnini

Morrone ha chiarito che il suo era un giudizio politico espresso in un luogo in cui non dovrebbero entrare le opinioni personali Alfonso Bonafede

«È la mia posizione» Il leghista: rivendico la posizione politica, però voglio dire che è un’opinione personale

chiara nel merito delle correnti della magistratu­ra: «Come ho già detto in altre occasioni ritengo l’associazio­nismo dei magistrati una buona cosa , se non porta alle storture del correntism­o. Tutti gli operatori della Giustizia hanno ormai ben compreso l’imparziali­tà del mio operato e del Governo nell’ambito dei principi costituzio­nali, ma soprattutt­o l’inequivoca­bile apertura del dialogo nei confronti di tutti».

Il ministro Bonafede ha cercato di spegnere l’incendio delle polemiche: «Quanto è avvenuto stamattina non deve compromett­ere il dialogo che il ministero ha già avviato».

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