«Via le correnti di sinistra dalle toghe» Bufera sul sottosegretario Morrone
Legnini (Csm): intervenga Bonafede. Ma il ministro: ha chiarito, il dialogo va avanti
L’occasione è stata un corso di formazione per giovani magistrati, organizzato ieri mattina dal Csm. Jacopo Morrone, sottosegretario leghista alla Giustizia, non ha usato perifrasi :« auspico che la magistratura si liberi dalle correnti, in particolare di quelle di sinistra».
La polemica è esplosa immediata nel mondo delle toghe ed è andata avanti per tutta la giornata. Lì per lì la sala del corso del Csm si è riempita di forti brusii, mentre Antonello Ardituro, — consigliere togato del Csm di Area — ha alzato la sua voce in una vibrante protesta.
Subito dopo ci ha pensato lo stesso vice-presidente del Csm Giovanni Legnini a mostrare tutta la sua indignazione: «Sono parole che non possono essere né condivise né accettate quelle di Morrone, pronunciate in una sede inopportuna ad una platea di giovanissimi magistrati». Legnini ha chiamato in ballo direttamente Bonafede: «Telefonerò e scriverò al ministro della Giustizia per informarlo e chiedere di assumere delle determinazioni».
Anche l’anm è intervenuta in maniera molto decisa, in piena sintonia con Legnini: «Le parole del sottosegretario Morrone sono gravi e inaccettabili. L’anm stigmatizza il contenuto di queste gravissime affermazioni e ribadisce il ruolo fondamentale di tutti i gruppi associativi all’interno della magistratura, in quanto garanzia di pluralismo».
Per tutta la giornata si sono poi alternate le proteste di tutte le correnti della magistratura e la voce di quella di Magistratura democratica — Md — è stata forse la più forte Avvocato Jacopo Morrone, 35 anni, di Forlì, eletto deputato con la Lega, è alla sua prima legislatura. A giugno è stato nominato sottosegretario alla Giustizia del governo Conte (Imagoeconomica) invocando a piena voce l’intervento del ministro della Giustizia. Che in serata ha fatto sentire la sua voce con un comunicato che aveva il sapore di una doppia bacchettata al suo sottosegretario.
Morrone dopo l’esplosione della polemica si è impegnato in una precisazione: «Rivendico la posizione politica, in magistratura non ci sono correnti migliori di altre. Ma voglio dire che le mie parole pronunciate al Csm sono una posizione personale che non rappresenta la posizione del ministro».
C’è stato chi — tra questo David Ermini, capogruppo del Pd in commissione iustizia — ha valutato questa precisazione peggiore della prima affermazione, invocando le dimissioni di Morrone.
Il ministro Bonafede è stato laconico, ma deciso: «Prendo atto che il sottosegretario Jacopo Morrone ha già chiarito che quello di stamattina era un giudizio politico espresso in un luogo in cui non dovrebbero entrare le opinioni personali».
Subito dopo la nota del ministro della Giustizia è molto
Le parole di Morrone sono inaccettabili La libertà di associazione è riconosciuta dalla Carta a tutti i cittadini e ai magistrati Giovanni Legnini
Morrone ha chiarito che il suo era un giudizio politico espresso in un luogo in cui non dovrebbero entrare le opinioni personali Alfonso Bonafede
«È la mia posizione» Il leghista: rivendico la posizione politica, però voglio dire che è un’opinione personale
chiara nel merito delle correnti della magistratura: «Come ho già detto in altre occasioni ritengo l’associazionismo dei magistrati una buona cosa , se non porta alle storture del correntismo. Tutti gli operatori della Giustizia hanno ormai ben compreso l’imparzialità del mio operato e del Governo nell’ambito dei principi costituzionali, ma soprattutto l’inequivocabile apertura del dialogo nei confronti di tutti».
Il ministro Bonafede ha cercato di spegnere l’incendio delle polemiche: «Quanto è avvenuto stamattina non deve compromettere il dialogo che il ministero ha già avviato».