Direzione generale del Tesoro, Rivera favorito
Giorgetti: «Lunedì si può procedere per i vertici di Cassa depositi e prestiti»
Partita delicata nel governo sulle nomine per la Cassa depositi e prestiti e per il direttore generale del Tesoro. «Cdp? Penso che lunedì si possa procedere — dice il sottosegretario alla Presidenza del consiglio, Giancarlo Giorgetti —. Decide il ministro dell’economia, Giovanni Tria, ma i tempi sono maturi». Lunedì potrebbero dunque essere presentate le liste per l’assemblea del 13 luglio. Le Fondazioni, azioniste della Cassa con il 15,93%, depositeranno la loro lista di tre nomi, fra i quali quello di Massimo Tononi, già sottosegretario all’economia nei governi Prodi e Monti, che dovrebbe essere il nuovo presidente. La scelta del nuovo amministratore delegato della Cassa verrà invece dalla lista dei nomi che indicherà il ministero dell’economia, azionista con l’82,77% del capitale. Due i nomi che girano: Dario Scannapieco, attuale vicepresidente della Bei, e Fabrizio Palermo, direttore finanziario della Cassa.
Passerà invece per il consiglio dei ministri, su indicazione del ministro dell’economia, la nomina del direttore generale del Tesoro, in pratica il numero due del ministero. Qui i nomi circolati sono tre: Alessandro Rivera, responsabile della Direzione sistema bancario e affari legali del dicastero; Stefano Scalera, già consigliere dell’ex-ministro Padoan; Antonio Guglielmi (Mediobanca).
Tria sembrerebbe orientato su Rivera, ma è un fatto che ieri non c’è stato il via libera del consiglio dei ministri. Le parole di Giorgetti, a sottolineare che le scelte competono al ministro, sembrano un chiaro sostegno a Tria rispetto alle pressioni che arriverebbero soprattutto dai 5 Stelle per scelte di rottura rispetto alla burocrazia del ministero. Tria però rivendica la sua autonomia. Discorso che vale anche per il Ragioniere generale dello Stato, Daniele Franco, che è sottoposto a spoils system, come tutti i capi dipartimento, che devono essere confermati entro 90 giorni dal giuramento del governo altrimenti decadono. Sul pacchetto nomine pesa anche il clima di tensione tra Lega e 5 Stelle. Prova ne sia che Tria non ha ancora affidato le deleghe ai due viceministri, Massimo Garavaglia (Lega) e Laura Castelli (5Stelle). Con i 5 Stelle che premono per avere deleghe non solo politiche, ma sulla struttura del ministero.