Dopo 50 anni trovato l’orologio della spia È di Eli Cohen, l’agente ucciso a Damasco
Il premier Netanyahu: «Era in mani nemiche». La vedova lo lascia al Mossad
è stato lasciato per un giorno a penzolare sopra le urla di gioia della folla e poi seppellito nel cimitero ebraico, da dove è stato spostato «perché temevano che gli israeliani mandassero l’esercito per riprenderselo» come ha raccontato Monjer Motsley, ex assistente di Hafez Assad, il capostipite della dinastia. «Nessuno è più in grado di dire dove siano le ossa, è probabile che sulla fossa senza nome siano state costruite case, strade».
Il mistero non ha fermato i tentativi del Mossad di recuperare i resti. L’operazione si è intensificata dopo la rivolta del 2011, il governo ha chiesto anche l’aiuto dei russi alleati degli Assad, il caos della guerra civile è stato usato per cercare di ottenere notizie, indagini clandestine che hanno portato al ritrovamento dell’orologio. «Era in mani nemiche», spiega il premier Benjamin Netanyahu. Che non aggiunge dettagli.
Ci sono voluti diciotto mesi — ricostruisce una fonte dell’intelligence a Bergman — per ottenere la cassa dell’omega, il cinturino è scomparso: era stata tenuta per anni da uno dei siriani che hanno partecipato all’arresto di Cohen.
La parte più complessa è stata verificare che fosse davvero il suo orologio: sono stati rinvenuti i documenti della vendita in Svizzera e l’oggetto è stato analizzato dagli esperti della scientifica fino alla certezza. Solo allora il ritrovamento è stato annunciato alla vedova, che per ora ha deciso di lasciarlo al quartier generale del Mossad dove è esposto. Nadia spera sempre di poter seppellire il marito in Israele: «Questo orologio è così importante — dice emozionata al telegiornale locale — perché è stato a contatto con la sua pelle». @dafrattini