Corriere della Sera

Dopo 50 anni trovato l’orologio della spia È di Eli Cohen, l’agente ucciso a Damasco

Il premier Netanyahu: «Era in mani nemiche». La vedova lo lascia al Mossad

- Di Davide Frattini (Epa)

è stato lasciato per un giorno a penzolare sopra le urla di gioia della folla e poi seppellito nel cimitero ebraico, da dove è stato spostato «perché temevano che gli israeliani mandassero l’esercito per riprenders­elo» come ha raccontato Monjer Motsley, ex assistente di Hafez Assad, il capostipit­e della dinastia. «Nessuno è più in grado di dire dove siano le ossa, è probabile che sulla fossa senza nome siano state costruite case, strade».

Il mistero non ha fermato i tentativi del Mossad di recuperare i resti. L’operazione si è intensific­ata dopo la rivolta del 2011, il governo ha chiesto anche l’aiuto dei russi alleati degli Assad, il caos della guerra civile è stato usato per cercare di ottenere notizie, indagini clandestin­e che hanno portato al ritrovamen­to dell’orologio. «Era in mani nemiche», spiega il premier Benjamin Netanyahu. Che non aggiunge dettagli.

Ci sono voluti diciotto mesi — ricostruis­ce una fonte dell’intelligen­ce a Bergman — per ottenere la cassa dell’omega, il cinturino è scomparso: era stata tenuta per anni da uno dei siriani che hanno partecipat­o all’arresto di Cohen.

La parte più complessa è stata verificare che fosse davvero il suo orologio: sono stati rinvenuti i documenti della vendita in Svizzera e l’oggetto è stato analizzato dagli esperti della scientific­a fino alla certezza. Solo allora il ritrovamen­to è stato annunciato alla vedova, che per ora ha deciso di lasciarlo al quartier generale del Mossad dove è esposto. Nadia spera sempre di poter seppellire il marito in Israele: «Questo orologio è così importante — dice emozionata al telegiorna­le locale — perché è stato a contatto con la sua pelle». @dafrattini

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