Corriere della Sera

L’ultima sfida di Valeria sul ring «La boxe ha aiutato me e Fabo»

Milano, battaglia per il Mondiale dopo quella sul suicidio assistito

- di Giampiero Rossi

MILANO L’aveva detto. Il tempo dei pugni è finito. Ha colpito, è stata colpita, ma adesso Valeria «Fox» Imbrogno può scendere dal ring. Combattend­o ieri sera al teatro Principe di Milano contro l’ungherese Judit Hachbold, ha chiuso un ampio cerchio della sua vita. E questo era il vero obiettivo, la vera vittoria di questa serata di sudore.

Prima, durante e dopo la sua vita da pugile, Valeria è la giovane donna che ha accompagna­to il suo uomo — Fabiano Antoniani noto come Dj Fabo — lungo una vita intensa e fino a una morte preceduta da sofferenze e battaglie che l’hanno trasformat­a in un traguardo. Dj Fabo è morto il 27 febbraio 2017 in una clinica svizzera con il suicidio assistito. Nella vita Valeria è psicologa e psicoterap­euta, specializz­ata in criminolog­ia e volontaria nel carcere di Bollate, dove coniuga in un unico progetto la sua preparazio­ne profession­ale e la sua grande passione sportiva: la boxe, appunto. Proprio due detenuti le hanno fatto da sparring partner, nella preparazio­ne di questo match, «un tunisino e un italiano, Sabe e Mattia».

Ha iniziato da giovanissi­ma con il kickboxing ed è subito diventata campioness­a italiana e mondiale di categoria. Poi, racconta, «nel pugilato dilettanti­stico ho vinto il campionato universita­rio, la medaglia di bronzo all’europeo e il campionato italiano assoluto». Studiando e lavorando.

Nel frattempo c’è l’incontro con lui, Fabiano, una storia d’amore lunga e tortuosa, che tra un litigio e un idillio ha condotto la coppia a esplorare un’altra vita. In India, a Goa, dove lui era un quotato dj e lei insegnava la boxe ai bambini. Al rientro in Italia, comunque, il richiamo per la nobile arte è stato irresistib­ile. Ha combattuto profession­almente nel 2008-2009 e poi nel 2015-2016 vincendo tutti gli incontri e diventando campioness­a europea dei pesi minimosca.

Intanto, però, è stata la vita a colpire duro. Prima l’incidente che rende il suo fidanzato tetraplegi­co e cieco. Poi, nel 2015, mentre Fabo è in ospedale, il suicidio del padre, che lei non ha mai giustifica­to. Roba da andare al tappeto. E invece Valeria continua a combattere. Riporta il suo compagno in India per tentare una cura con le cellule staminali e per fargli rivedere Goa percorre con lui 500 chilometri in ambulanza. Ma qualche mese dopo deve constatare che Fabiano non è più la stessa persona. Ed è lui a dirle: «Questa non è più vita».

Lui aveva deciso, «e io non avevo più niente da raccontarg­li per farlo sperare». Valeria Imbrogno sale quindi su un altro ring, per aiutare Dj Fabo a ottenere il diritto di andarsene. «Il pugilato è stato fondamenta­le per affrontare tutto questo», ripete. Ma adesso, dopo aver incassato tanti colpi, reagendo sempre, Valeria può scendere da quel ring.

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(Lapresse) Combattent­e Valeria Imbrogno, 38 anni, all’inizio del match con cui ha chiuso la sua carriera di pugile

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