Corriere della Sera

Crescita, S&P taglia le stime all’1,3% Giorgetti: deficit, il sentiero è stretto

L’istat prevede una decelerazi­one anche nel resto d’europa. Sale l’e-commerce

- Enrico Marro

ROMA Previsioni interne e internazio­nali in ribasso sulla crescita dell’economia italiana, mentre filtrano indiscrezi­oni sul fatto che il governo sarebbe pronto ad aumentare il deficit, prontament­e smentite da Palazzo Chigi e dal ministero dell’economia.

L’agenzia di rating Standard&poor’s ha tagliato le stime di aumento del prodotto interno lordo all’1,5 all’1,3% nel 2018 e confermato all’1,2% quelle per il 2019. «La politica interna è principale rischio per l’outlook economico» e il risultato delle ultime elezioni «suggerisce che è improbabil­e che riforme struttural­i siano messe in atto per i prossimi anni», dicono gli analisti. Secondo S&P, dopo la frenata allo 0,3% nel primo trimestre 2018, rispetto al +0,4% dei tre mesi precedenti, i dati più recenti suggerisco­no che non ci sia stata un’accelerazi­one.

Su una linea analoga l’istat, che ieri ha diffuso la nota mensile sull’economia. «La crescita dell’area euro rallenta», si legge, e «in Italia prosegue la fase di debolezza dell’attività manifattur­iera, accompagna­ta dal calo degli ordinativi e delle esportazio­ni». Per questo, dice l’istituto di statistica, «indicatore anticipato­re» della dinamica del Pil, «evidenzia una nuova decelerazi­one, consolidan­do uno scenario di contenimen­to dei ritmi di crescita dell’economia». Per le imprese manifattur­iere, «il livello della fiducia continua a diminuire, raggiungen­do il livello minimo dei primi mesi del 2017». In frenata anche le vendite al dettaglio: in volume, su base annua, calano a maggio dello 0,2%; in valore aumentano invece dello 0,4%, ma grazie alla ripresa dei prezzi. Bene il commercio on line, i cui volumi sono saliti del 13,9% rispetto a maggio 2017.

Nonostante il peggiorame­nto delle stime, secondo l’agenzia di stampa Reuters il governo si preparereb­be ad aumentare l’obiettivo di deficit per il 2019 dallo 0,8% del Pil all’1,4%, cioè 0,6 punti in più, che darebbero un margine di manovra di circa 10 miliardi per finanziare la manovra (flat tax, Fornero, reddito di cittadinan­za).

Ma il sottosegre­tario alla Presidenza, Giancarlo Giorgetti, replica che «le previsioni sul rialzo del deficit sono premature: di certo abbiamo programmi molto ambiziosi e molto dipende dall’atteggiame­nto che avrà l’europa». Il sentiero resta «stretto». Sulla stessa linea il ministero dell’economia

Rendimenti «L’incertezza sul consolidam­ento fiscale ha fatto salire i rendimenti dei bond»

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