Crescita, S&P taglia le stime all’1,3% Giorgetti: deficit, il sentiero è stretto
L’istat prevede una decelerazione anche nel resto d’europa. Sale l’e-commerce
ROMA Previsioni interne e internazionali in ribasso sulla crescita dell’economia italiana, mentre filtrano indiscrezioni sul fatto che il governo sarebbe pronto ad aumentare il deficit, prontamente smentite da Palazzo Chigi e dal ministero dell’economia.
L’agenzia di rating Standard&poor’s ha tagliato le stime di aumento del prodotto interno lordo all’1,5 all’1,3% nel 2018 e confermato all’1,2% quelle per il 2019. «La politica interna è principale rischio per l’outlook economico» e il risultato delle ultime elezioni «suggerisce che è improbabile che riforme strutturali siano messe in atto per i prossimi anni», dicono gli analisti. Secondo S&P, dopo la frenata allo 0,3% nel primo trimestre 2018, rispetto al +0,4% dei tre mesi precedenti, i dati più recenti suggeriscono che non ci sia stata un’accelerazione.
Su una linea analoga l’istat, che ieri ha diffuso la nota mensile sull’economia. «La crescita dell’area euro rallenta», si legge, e «in Italia prosegue la fase di debolezza dell’attività manifatturiera, accompagnata dal calo degli ordinativi e delle esportazioni». Per questo, dice l’istituto di statistica, «indicatore anticipatore» della dinamica del Pil, «evidenzia una nuova decelerazione, consolidando uno scenario di contenimento dei ritmi di crescita dell’economia». Per le imprese manifatturiere, «il livello della fiducia continua a diminuire, raggiungendo il livello minimo dei primi mesi del 2017». In frenata anche le vendite al dettaglio: in volume, su base annua, calano a maggio dello 0,2%; in valore aumentano invece dello 0,4%, ma grazie alla ripresa dei prezzi. Bene il commercio on line, i cui volumi sono saliti del 13,9% rispetto a maggio 2017.
Nonostante il peggioramento delle stime, secondo l’agenzia di stampa Reuters il governo si preparerebbe ad aumentare l’obiettivo di deficit per il 2019 dallo 0,8% del Pil all’1,4%, cioè 0,6 punti in più, che darebbero un margine di manovra di circa 10 miliardi per finanziare la manovra (flat tax, Fornero, reddito di cittadinanza).
Ma il sottosegretario alla Presidenza, Giancarlo Giorgetti, replica che «le previsioni sul rialzo del deficit sono premature: di certo abbiamo programmi molto ambiziosi e molto dipende dall’atteggiamento che avrà l’europa». Il sentiero resta «stretto». Sulla stessa linea il ministero dell’economia
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