«I contratti alberghieri? A rischio con la causale Ripensare ai voucher»
Francesco Calzavara (Lega): «Abbiamo bisogno di lavoratori a chiamata perché il turismo oggi è sempre più mordi e fuggi»
MILANO In attesa che il «decreto dignità», approvato lunedì scorso dal Consiglio dei ministri, venga inviato al Quirinale e quindi in Gazzetta Ufficiale e finalmente all’esame del Parlamento, si apre un nuovo fronte d’incertezza. Inevitabile, in mancanza di un testo ufficiale: i vincoli introdotti sui contratti a termine si applicheranno anche a quelli stagionali? Gli imprenditori del settore alberghiero ne sono convinti. A lamentare perplessità sono anche esponenti della Lega: «Se le restrizioni riguarderanno anche i contratti stagionali saremo rovinati», commenta Francesco Calzavara, consigliere regionale della Lega nel Veneto di Zaia e albergatore, che si dimostra più ottimista sulla «questione voucher». «Il turismo oggi è fatto di mordi e fuggi e a comandarlo sono condizioni climatiche e date delle festività in Italia e nel resto d’europa: abbiamo bisogno di lavoratori a chiamata».
Calzavara, che è anche stato sindaco di Jesolo dal 2002 al 2012, commenta: «Una grande opportunità: gli imprenditori chiedono soluzioni flessibili che li tranquillizzino. I voucher, di cui dovrebbe essere solamente aumentato il valore economico, sono un’ottima risposta ai momenti di boom, visto che il turismo ormai va «a ondate», con weekend di fuoco e settimane con hotel e ristoranti vuoti. Il rischio è di rimanere con poco personale o dover ricorrere al lavoro nero».
I toni cambiano quando si affronta il capitolo «contratti stagionali»: «Nel nostro settore il tempo indeterminato non è una soluzione praticabile. Sulle coste venete, per esempio, 25 milioni di presenze si registrano esclusivamente da maggio a settembre e la stagione si può interrompere bruscamente se le temperature si abbassano. Gli stagionali sono la nostra unica possibilità».
Dunque se, come sembra, i vincoli introdotti sui contratti a termine si applicheranno anche a quelli stagionali, il comparto si troverà in difficoltà. Si parla, infatti, di obbligo delle causali sui rinnovi dei contratti e di un contributo aggiuntivo dello 0,5% dovuto su ogni rinnovo, che si somma a quello dell’1,4%, già introdotto dalla riforma Fornero.
«Se ogni interruzione di contratto o proroga, anche di soli 15 giorni, comporterà un tale carico, sarà un onere insostenibile per noi imprenditori. Gli aggravi sul costo del lavoro sono da evitare: una manovra di questo tipo incentiva il lavoro nero».
E la situazione, per gli albergatori, peggiora se si considera anche la possibilità di proroga dei contratti a termine, che scenderà da cinque a quattro volte: «In questo modo non avremo più l’opportunità di fidelizzare i lavoratori stagionali — aggiunge —. Molti albergatori li chiamano anche qualche settimana d’inverno, per mantenerli. Non potranno più farlo».
Il politico, insomma, condivide l’allarme lanciato ieri dal presidente di Federalberghi Bernabò Bocca, preoccupato per il futuro di oltre mezzo milione di persone che durante la stagione estiva lavorano nel settore del turismo. «Mi auguro che il governo se ne renda conto — conclude Calzavara —: confido nell’attenzione di Salvini ad agricoltura e turismo, attività fondamentali per l’italia. Questi provvedimenti non solo rischiano di ridurre l’occupazione nel settore ma anche di incrementare il lavoro irregolare. Spero che il buon senso di cui il nuovo governo si forgia, comandi le sue decisioni anche in questo primo decreto che forse è stato fatto un po’ troppo velocemente. Magari prendere qualche settimana in più sarebbe stata una buona idea».