Fca, stop a Punto e Mito: solidarietà per 5.800 dipendenti
MILANO Niente Punto, meno lavoro. Lo stop alla produzione della storica automobile della Fiat, previsto per fine luglio dopo 25 anni di presenza sul mercato — segnati anche dallo storico sorpasso di vendite, a livello europeo, rispetto alla Golf, nel 1997 — comporterà il ricorso al contratto di solidarietà «per 5.857 lavoratori a rotazione, su una platea complessiva di 7.400». Insomma, 8 operai su 10 dello stabilimento di Melfi (Potenza).
Lo hanno annunciato i sindacati specificando che il contratto di solidarietà durerà dal 23 luglio al 31 gennaio 2019 e che la «possibile riduzione media dell’orario di lavoro sarà del 28%. «Alla luce del piano industriale 20182022 di Fca — si legge nella nota dei sindacati — e della prossima dismissione produttiva della Punto» e «a fronte di una dichiarazione di esubero di 1.640 unità», per lo stabilimento di Melfi è stato sottoscritto «un accordo relativo all’uso della cassa integrazione straordinaria, la cui causale è Contratto di solidarietà».
Alla base di tutto c’è la fase di cambio modelli che sta attraversando Fiat Chrysler Automobiles. Fase di cui i sindacati sono consapevoli: «Nel prendere atto della necessità dell’uso dell’ammortizzatore sociale al fine di tutelare e garantire gli attuali livelli occupazionali», le organizzazioni sindacali considerano che «la breve durata dell’ammortizzatore ha un significato ben preciso, ovvero quello di poter dire che Melfi, attraverso il nuovo piano industriale — annunciato il 1° giugno dall’amministratore delegato Sergio Marchionne — ha un futuro industriale: a differenza del passato, questa volta intravediamo già una luce che è sinonimo di continuità produttiva e di un nuovo impulso industriale, a partire dallo sviluppo dell’ibrido e della possibile allocazione di una nuova vettura da produrre a Melfi».
La stessa attesa di nuovi modelli vale anche per Mirafiori, dove la produzione della Mito Alfa Romeo è arrivata all’ultima settimana (per i lavoratori è previsto il trasferimento a Grugliasco). «Non è accettabile che a distanza di oltre un mese dalla presentazione del piano Fca — spiega Federico Bellono, segretario provinciale di Torino della Fiom — non se ne conoscano i contenuti per i vari stabilimenti».
La fase di cambio modelli ha, evidentemente, anche effetti sui numeri della produzione, considerato che il 2018 va a confrontarsi con una prima parte del 2017 di crescita produttiva. Così, dai dati della consueta indagine della Fim-cisl, emerge che la produzione negli stabilimenti italiani di Fca, dopo quattro anni di continua crescita, nel primo semestre 2018 è risultata in calo del 2,5%. «L’effetto del rallentamento riscontrato nell’ultimo trimestre 2017 si è trascinato nei primi sei mesi 2018 — spiega Ferdinando Uliano, segretario nazionale Fim — confermando quella flessione che i dati di vendita hanno già evidenziato. Alcune produzioni continuano a segnare una crescita, in particolare quelle di Fiat Professional-sevel e dei suv prodotti a Melfi, Renegade e 500x». Indicazioni ulteriori potrebbero arrivare lunedì e martedì prossimi quando a Torino si riunirà il Cae, l’organismo di rappresentanza dei lavoratori europei di Fca: ai lavori parteciperà, infatti, anche il responsabile Emea di Fca, Alfredo Altavilla.