Lamborghini nuovo socio di BBS
Il banco di prova della strategia del ministro Luigi Di Maio contro quelle che chiama “delocalizzazioni selvagge” si chiama Bekaert. Si tratta di una multinazionale belga che produce lo steel cord, la cordicella metallica di rinforzo dei pneumatici e dà lavoro a più di 300 addetti a Figline Valdarno. Lo stabilimento toscano è solo uno degli impianti che Bekaert ha in Europa e in questi giorni i vertici aziendali hanno deciso di chiudere Figline, spostare le produzioni in Romania e licenziare gli operai. Tutto il paese è sceso in piazza ed è già partito il tavolo di crisi al ministero. Non avendo però la Bekaert mai preso contributi pubblici viene a cadere lo schema-chiave della strategia del ministro sancita dal Decreto Dignità. Non ci sono multe salate da erogare e rappresaglie da mettere in atto e così si gira a vuoto. E infatti Di Maio
Lamborghini diventa socio sostenitore della Bologna Business School, la scuola di alta specializzazione dell’università bolognese che vanta oltre otto mila alunni provenienti da 95 paesi nel mondo e ha come presidente del Collegio di indirizzo Romano Prodi. BBS ieri ha consegnato il diploma di master a 500 giovani nel corso di una due giorni di lavori a cui partecipano oggi Pier Luigi Celli e Francesca Gino, di Harvard Business School sul tema «Rebel Talent», l’argomento del suo ultimo saggio.