Corriere della Sera

«La mia Giovanna anticipò la rivolta delle donne d’oggi»

Cotillard è l’eroina nell’opera di Honegger «Finita l’era di grandi film solo al maschile»

- DAL NOSTRO INVIATO Valerio Cappelli

SPOLETO Marion Cotillard, ovvero la malinconia seduttiva, un misto di passionali­tà e timidezza. Il Festival di Spoleto il 15 chiude con l’affascinan­te premio Oscar francese, voce recitante per Giovanna d’arco al rogo di Honegger. Jérémie Rhorer dirige l’orchestra Giovanile Italiana, Coro e voci bianche dell’accademia di Santa Cecilia preparati da Ciro Visco, regia di Benoît Jacquot.

Marion, è un ruolo da lei sostenuto più volte.

«A Orléans e a Barcellona era in forma oratoriale e apparivo come un membro dell’orchestra, mentre al Lincoln Center di New York c’era azione scenica. Questa versione è a metà strada. Jacquot lavora anche con le luci, io entro in sella a un cavallo, vestita in bianco e nero, come il coro di voci bianche: Giovanna era una ragazzina».

Un’eroina rivissuta in tanti film.

«Non li ho visti tutti, ricordo Ingrid Bergman, così intensa e semplice, in quello di Rossellini. D’altra parte il lavoro ● Roberto Rossellini, nel 1954, firma «Giovanna d’arco al rogo». Ingrid Bergman (nella foto) è la protagonis­ta di Honegger ha una essenza cinematogr­afica, come l’uso dei flashback con cui Giovanna ripensa alla sua vita poco prima di andare al rogo. Il coro è importante, dice cose che abitano la mente di Giovanna».

Una donna moderna?

«Non so se può definirsi tale, certamente in lei c’è la rabbia per l’ingiustizi­a che deve subire, la paura, il coraggio. E tutto questo rivestito dalla fede, che è ciò che le dà la libertà delle sue azioni».

Le donne, dopo Weinstein, sono al centro di un processo rivoluzion­ario.

«Rivoluzion­e è la parola giusta. I cambiament­i non devono riguardare solo il mondo del cinema. E va detto che erano cominciati prima dello scandalo, penso a Hunger Games, il blockbuste­r con Jennifer Lawrence, o Ocean’s 8. Io sarò in 355, la spy story di sole donne che non farà il verso a 007 ed è fuorviante definirlo femminista. Quello che voglio dire è che grandi progetti che un tempo erano esclusivo appannaggi­o degli uomini, con ladri e agenti segreti, non lo sono più».

Lei era a Cannes, alla cerimonia finale Asia Argento ha detto: «Io qui sono stata violentata 21 anni fa da Harvey Weinstein». Era il palcosceni­co giusto?

«Non voglio giudicare una donna che ha sofferto. Non puoi chiedere saggezza a chi ha vissuto un’esperienza come quella. La rabbia devi tirarla fuori, è un gradino necessario. L’unica cosa che posso dire è un augurio, che Asia trovi pace per se stessa».

Lei interpreta donne complesse, dark, turbolente...

«Nella complessit­à puoi meglio esplorare l’animo Intensa Marion Cotillard in «Giovanna d’arco al rogo». L’attrice è nata a Parigi il 30 settembre 1975 umano, se vai in profondità trovi ciò che non ti aspetti. 355 non penso si possa catalogare come commedia, è una storia profonda, autentica, piena di azione e divertimen­to, con un impianto realista. Il genere di film che adoro».

Le piacerebbe recitare in un film italiano?

«Mi spiace molto non poter parlare la vostra lingua, per ora è uno scoglio insuperabi­le. Ho detto due frasi in italiano in Blood Ties del compagno della mia vita, Guillaume Canet. Ho amato Non ti muovere per come Sergio Castellitt­o ha fatto recitare Penelope Cruz, una delle migliori performanc­e del nostro tempo».

Marion, la star anti-star.

«Non è che non mi piace questa parola, diciamo che non mi identifico con l’essere una star. Il filosofo Edgar Morin sostiene che la gente ha bisogno di riempire i propri sogni nella gloria di un attore o di un cantante, vuole essere ispirata da loro. Io non rifiuto di essere considerat­a una star, fa parte del gioco dell’identifica­zione, ma non è la mia aspirazion­e».

A Spoleto avrà paura di montare su un cavallo?

«Ho poca esperienza... Però mi fa più paura l’oratorio di Honegger del cavallo».

A Spoleto

Il premio Oscar al Festival di Spoleto con l’oratorio drammatico diretto da Jacquot

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● Il primo film italiano sulla santa è del 1909. Lo dirige Mario Caserini
Al cinema ● Giovanna d’arco arriva al cinema nel 1899 grazie al francese George Méliès ● Il primo film italiano sulla santa è del 1909. Lo dirige Mario Caserini

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