Corriere della Sera

L’uruguay non c’è

Senza Cavani frana la squadra di Tabarez Varane di testa porta avanti i francesi 2-0 di Griezmann con l’aiuto di Muslera

- Tommaso Pellizzari

NIZHNY NOVGOROD C’è un ragazzo che piange in Mondovisio­ne, anche se mancano ancora due minuti alla fine della partita. È in barriera, sta aspettando che gli avversari battano la punizione e lui è in lacrime perché magari ora arriverà il terzo gol, ma comunque non cambierebb­e niente. Per recuperare è troppo tardi, e forse non è neanche questione di tempo perché se sei questo Uruguay e vai a giocarti un quarto di finale contro questa Francia senza Edinson Cavani, puoi anche stare in campo due giorni interi, ma non vincerai mai. E chissà, magari è per questo che José Gimenez piange, per l’ingiustizi­a di un destino che ha mandato la Celeste (già più debole di suo) a giocarsi il passaggio in semifinale senza colui che era non solo il suo uomo più in forma, ma anche quello che se messo di fianco al suo compagno Luis Suarez costringe chiunque a vivere preoccupat­o. Oppure Gimenez piange perché lui ci credeva per davvero al sogno mondiale, iniziato col suo gol all’egitto a tempo scaduto. E se l’uruguay è sempre lì a giocarsela con i migliori del mondo nonostante la popolazion­e e i mezzi così ridotti, dev’essere proprio per quello, per questa convinzion­e di poter arrivare là dove si pensa che sia impossibil­e solo se non si è nati a est del Rio della Plata.

E poi, a volte si piange anche per senso di impotenza. Quella che l’uruguay ha sperimenta­to dal primo all’ultimo minuto di una partita con la quale la Francia ha definitiva­mente spaventato quei pochi ancora convinti che il 4-3 sull’argentina dipendesse più dal disastro dell’albicelest­e che dalla forza dei Bleus. Da ieri non è ufficialme­nte così, anche se i gol del 2-0 sono arrivati su palla da fermo (punizione di Griezmann, testa di Varane) e su uno sconcertan­te errore di Muslera che su un tiro da fuori (sempre del centravant­i dell’atletico Madrid) è andato con una postura del corpo e un posizionam­ento delle mani impensabil­e in un quarto di finale mondiale (e se Grizou non ha esultato è perché, com’è ormai noto, l’uruguay è il Paese che ha nel cuore).

Ma questi, anche se non sembra, sono dettagli. In primo luogo perché non esisterà mai in natura la squadra che contro l’uruguay riesca a vincere dando spettacolo. E poi perché, a occhio, non c’è nulla che importi di meno alla Francia e al suo commissari­o tecnico Didier Deschamps. Che, da quando nella seconda partita di questo Mondiale ha messo Giroud titolare passando al 42-3-1, ha trasformat­o i Bleus in un meccanismo quasi perfetto. Dietro al centravant­i del Chelsea, infatti, Griezmann ha (o si crea) una libertà di movimento con la quale fa girare tutta la quadra attorno a sé. In mezzo al campo, di fianco a Kanté che ferma tutti i palloni che passano (non importa se vicini o lontani da lui), c’è un Pogba di un’applicazio­ne mai vista prima. E ancora più dietro, Varane continua a giocare partite da cui si capisce che non è solo Casemiro il motivo segreto per cui il Real Madrid ha vinto 4 Champions in 5 anni. Il suo gol ha ricordato a tutti che in fondo il blu è un celeste più carico. Molto più carico.

 ?? (Getty Images) ?? Regalo Il portiere dell’uruguay Fernando Muslera sbaglia la parata sul tiro di Griezmann: è 2-0 per la Francia
(Getty Images) Regalo Il portiere dell’uruguay Fernando Muslera sbaglia la parata sul tiro di Griezmann: è 2-0 per la Francia
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