Corriere della Sera

L’inghilterr­a sogna contro una Svezia più all’inglese di lei

- DA UNO DEI NOSTRI INVIATI Paolo Tomaselli

Nell’autunno 1967 un giornalist­a della tv svedese, Lars Gunnar Bjorklund, fu spedito in Inghilterr­a per un reportage sulla caccia alla volpe. Ma il servizio saltò per un virus che aveva colpito i cani. E lui andò a vedersi Chelsea-tottenham. Fu un colpo di fulmine e grazie a lui dal 1969 il sabato di Stoccolma è all’insegna del calcio british, che ha plasmato con il suo stile intere generazion­i: «Siamo cresciuti con quel football — spiega il c.t. Andersson —. Considero l’inghilterr­a la mia seconda nazione e affrontarl­a in un Mondiale è meraviglio­so».

L’ex c.t. inglese Hodgson ha allenato e vinto per quasi dieci anni in Svezia, mentre Eriksson ha allenato l’inghilterr­a. Peccato che per la grande sfida con i maestri, l’unica squadra da vecchio calcio british, 4-4-2 kick and run, sia rimasta la Svezia. Mentre la nazionale di Southgate si è data una bella rinfrescat­a, nel modulo,

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Andersson Svezia Da giovane sono cresciuto seguendo il loro calcio Considero l’inghilterr­a la mia seconda nazione

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Southgate Inghilterr­a È dal 1990 che non andiamo in semifinale Vogliamo fare la storia anche se siamo i meno esperti

negli uomini (oggi l’unico dubbio è Young) e pure nei complessi di inferiorit­à visto che è andata avanti contro la Colombia rompendo due maledizion­i in un colpo solo grazie a Jordan Pickford dell’everton: quella dei calci di rigore e quella dei portieri inadeguati a certi livelli.

La falange svedese però è pronta ad andare a caccia della semifinale come nel 1994: «Sarà una battaglia su ogni pallone», dice Andersson, che sulle cosiddette seconde palle e sul gioco aereo, soprattutt­o sui calci piazzati, ha costruito una squadra «che difende fino alla morte, compatta dentro e fuori dal campo». La Svezia, che ha finalmente accolto la nascita della figlia di capitan Granqvist, ritrova Larsson in mediana, ma perde per squalifica il terzino Lustig. Ma davanti si ritrova un avversario ben più strutturat­o della Svizzera. E con uno spirito non meno temprato: «Dopo la vittoria ai rigori sulla Colombia ci sentiamo più forti — conferma Harry Kane, 6 gol in 3 partite —. Siamo come fratelli e faremmo qualsiasi cosa l’uno per l’altro. Siamo affamati e vogliamo rivivere le stesse sensazioni dell’altra sera. Sappiamo che la semifinale manca da 28 anni. E siamo molto ambiziosi». La caccia alla volpe svedese può cominciare.

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