Priorità della Russia Battere la Croazia vale 50 (nuovi) rubli
SOCHI Il c.t. Cherchesov non sfoglia i giornali ma passa il tempo in ritiro «leggendo i tatuaggi dei giocatori». Risponde alle numerose telefonate del presidente Putin e dice che il suo appoggio «è una spinta in più». Cita Cechov, dopo aver ammesso di voler giocare partite più importanti di questo quarto di finale con la Croazia: «Le piace questa risposta? Come diceva lo scrittore, la brevità è sorella della genialità…». E allora, per brevità, questa sfida è un affare di stato, anche se Putin non sarà in tribuna ad accogliere il presidente croato, Kolinda Grabar-kitarovic. La banca centrale è già pronta a coniare una moneta celebrativa da 50 rubli se arriverà la prima semifinale della storia della Russia (come Urss ci arrivò solo nel 1966) e persino il leader politico dell’opposizione, Alexei Navalny, ha chiesto che al portiere Akinfeev venga concesso l’onore più alto, ovvero la medaglia di eroe, dopo i due rigori parati alla Spagna.
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Cherchesov Russia Loro sono più forti della Spagna.
E io voglio giocare partite ancora più importanti di questa
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Dalic Croazia Il tifo contro dei padroni di casa non ci preoccupa. E non lo useremo certo come alibi
La Russia vuole continuare a correre, in tutti i sensi dato che è la squadra che ha percorso fin qui più km sul campo (con il siberiano Golovin re dei maratoneti), la maggior parte dei quali rigorosamente senza il pallone tra i piedi. «Ma affrontiamo un avversario più forte ancora della Spagna», avverte il c.t. coi baffi. La Croazia l’ha sfangata come i russi ai rigori, grazie alle tre parate di Subasic. I suoi abitanti sono 36 volte di meno di quelli della Russia, con Mosca ci sono in ballo importanti accordi commerciali ed energetici, ma la qualità di Modric, Rakitic e compagni è certamente superiore. E il sogno di eguagliare (almeno) la semifinale della generazione d’oro del 98 è alla portata: «E non cerchiamo alibi perché avremo tutto il tifo contro», sottolinea il c.t. Dalic.
Anche l’orgoglio nazionalistico croato non è certo inferiore a quello russo. L’esercito, la marina e l’aviazione hanno diffuso un video di incitamento al generale Mandzukic e compagni: «Le ali della tempesta, per la tempesta nel calcio», proclama un pilota. Ma «Tempesta» era anche il nome di una violenta operazione militare contro la Serbia a metà anni 90. Il presidente serbo Vucic si è limitato a dichiarare nei giorni scorsi che tiferà Russia. Per brevità.