Corriere della Sera

Vettel parte bene sulla pista proibita: «Ucciderò la magia»

Il ferrarista primo nel P2 a Silverston­e, dove hanno sempre vinto le Mercedes: «Siamo pronti»

- Marco Bonarrigo Flavio Vanetti

Forte sul giro secco — ottimo indizio per la qualifica di oggi —, impression­ante sul passo gara, il dettaglio che fissa proiezioni fauste per la Ferrari nel British Gp edizione 2018. La sfida sul tracciato proibito (l’ultimo successo del Cavallino risale al 2011 con Fernando Alonso) è lanciata: «Proviamo a uccidere la magia», sorride Sebastian Vettel dopo aver visto la sua SF71H ottenere il miglior tempo nel secondo turno delle prove, relegando alle spalle la coppia Hamilton-bottas chiusa a sandwich nella tanaglia rossa grazie al quarto posto di Kimi Raikkonen. Nel P1, invece, Lewis e Valtteri avevano comandato e il tempo dell’inglese sarebbe poi stato il migliore della giornata.

La magia è quella della Mercedes, che dal 2013 non conosce sconfitta nel luogo del debutto della F1 (13 maggio 1950: successo di Nino Farina con l’alfa Romeo, un ricordo dolce perché il Biscione è tornato da queste parti come partner della Sauber).

Non sarà semplice sgretolarl­a: le temperatur­e di un’estate inglese eccezional­mente calda aiutano, però Tonico Sebastian Vettel e la sua Ferrari in azione durante il P2 a Silverston­e (Lapresse) l’asticella rimane alta. Seb coniuga realismo e ambizione: «Mi aspetto che Hamilton e Bottas siano forti. Avevo provato invano ad attaccarli nel 2017, stavolta conto di essere lì vicino. La macchina è bilanciata, ecco finalmente un bel venerdì da mandare all’incasso sia in qualifica sia nel Gp».

Hanno funzionato le novità aerodinami­che e in particolar­e il nuovo fondo piatto (sdoganato pure per il futuro), anche se Kimi Raikkonen, che l’ha avuto solo al pomeriggio, non si è adattato con facilità: questo spiega perché è rimasto plafonato dietro alle due Frecce d’argento.

La Ferrari però è in palla, a differenza delle Red Bull di Daniel Riccardo e soprattutt­o di Max Verstappen, trionfator­e domenica scorsa in Austria. Il talentino della F1, che nel P1 s’era fermato per un guaio al cambio, è finito fuori gioco dopo 15 minuti nel P2. L’ha tradito un cordolo che l’ha spedito contro le protezioni: più che il danno, pesa il lavoro perso.

Silverston­e resta insomma una pista veloce e infida — la terza e inedita zona per l’uso dell’ala mobile ha fregato Grosjean, che ha sfasciato la Haas già al mattino — da domare con il «manico». «Qua e là mi pare di pilotare un jet», dice Lewis Hamilton, che insegue il sesto trionfo (sarebbe record), il quinto di fila. Ma a Maranello forse stavolta hanno la contraerea.

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