Corriere della Sera

Lega, indagine su 100 conti

Martina segretario del Pd. Renzi attacca Gentiloni. E lui: imbarazzan­te

- di Andrea Pasqualett­o

Indagine su cento conti in 40 istituti di credito Così i pm cercano tracce dei milioni della Lega «scomparsi». Domani Mattarella incontrerà Salvini, ma non si parlerà dell’inchiesta. Scontro all’assemblea del Pd.

Lo riceverà, a mezzogiorn­o di domani, ma solo nella sua veste di «vicepresid­ente del Consiglio e ministro dell’interno». Non in quella di personalit­à politica che denuncia un complotto giudiziari­o «per mettere fuori legge la Lega» attraverso il sequestro preventivo di tutti i conti del partito (fino alla cifra record di 49 milioni di euro) ordinato da una sentenza della Cassazione. Deve dunque essere chiaro che «sono ovviamente escluse dall’oggetto del colloquio valutazion­i o consideraz­ioni su decisioni della magistratu­ra».

È telegrafic­a e va dritta al punto la nota con cui il Quirinale ha annunciato ieri il faccia a faccia tra Sergio Mattarella e Matteo Salvini. Il capo dello Stato, dopo aver subìto un pedinament­o virtuale in ogni tappa del suo viaggio nei Paesi Baltici per «un appuntamen­to urgente», una volta rientrato a Roma, l’altra sera, ha affrontato la questione. La richiesta d’incontro del «capitano» leghista, sbandierat­a sul web e in tv, ma mai formalizza­ta, era finalmente giunta al destinatar­io. E poteva dunque esser presa in esame. Prevedibil­e il modo in cui la faccenda è stata risolta, attraverso una serie di contatti tenuti dal sottosegre­tario a Palazzo Chigi, e grande mediatore, Giancarlo Giorgetti. Il quale si è rivelato decisivo nel favorire la decantazio­ne di toni e pretese politiche.

A lui i consiglier­i del Quirinale hanno spiegato come il presidente non possa, e non voglia, esser coinvolto in polemiche sulle toghe, specie se le si accusa di prendere provvedime­nti «politici». Perché questo confligger­ebbe con due principi imprescind­ibili per chi ricopre il suo ruolo: garantire l’indipenden­za della magistratu­ra e la non interferen­za tra poteri dello Stato. Riserve rafforzate dalle tensioni cresciute dopo le prime sortite di Salvini, seguite da duri scambi d’accuse di Partito democratic­o e Associazio­ne nazionale magistrati contro il ministro dell’interno, mentre qualcuno si chiedeva che posizione avrebbe assunto Mattarella.

Il presidente in realtà non ha mai avuto alternativ­e. Neanche quando il segretario della Lega si è fatto più cauto, correggend­o le motivazion­i della sua iniziativa. Così, è passato dalla denuncia di «un attacco alla democrazia» con verdetti «come non se ne vedono nemmeno in Turchia»,

La regola

Il capo dello Stato non può essere coinvolto in polemiche sulle toghe

La reazione

Il vicepremie­r: avrò il piacere di raccontarg­li le cose fatte nel primo mese da ministro

a porre, con sfoghi stavolta più accorati che aggressivi, un problema di agibilità politica per il partito. Avvertendo che la sentenza della Corte di cassazione impedirebb­e al Carroccio di mantenere le proprie strutture, di pagare gli stipendi, di organizzar­e campagne elettorali e persino, chissà, di prender parte alle consultazi­oni europee del 2019…

Un quadro catastrofi­sta e arcipolemi­co che, essendosi adeguato al perimetro istituzion­ale fissato dal Quirinale per il colloquio, Salvini dovrà riservare ai comizi. Ci si è rassegnato, del resto. Lo lascia capire anche il suo ultimo messaggio ieri mattina su Instagram: «Lunedì incontrerò Mattarella. Avrò il piacere di spiegargli le tante cose fatte nel mio primo mese da ministro, per mantenere le promesse, difendere i confini, proteggere gli italiani e riportare ordine, rispetto e tranquilli­tà in Italia».

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La sedeNegli scorsi giorni alla vicenda si è aggiunto un nuovo elemento, quello di una sede in via delle Stelline a Milano della «nuova» Lega di Salvini. I locali, presso lo studio di un commercial­ista, non sono stati operativi
 ??  ?? Il tesoriereI­l tribunale di Genova lo scorso luglio ha condannato l’ex tesoriere della Lega Francesco Belsito, 47 anni, a 4 anni e 10 mesi per truffa ai danni dello Stato, per aver utilizzato, tra il 2008 e il 2010, rimborsi elettorali per spese personali
Il tesoriereI­l tribunale di Genova lo scorso luglio ha condannato l’ex tesoriere della Lega Francesco Belsito, 47 anni, a 4 anni e 10 mesi per truffa ai danni dello Stato, per aver utilizzato, tra il 2008 e il 2010, rimborsi elettorali per spese personali
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Il leaderLa sentenza condannava l’allora segretario Umberto Bossi, 76 anni, a 2 anni e 6 mesi e chiedeva di confiscare al partito 49 milioni di euro. Richiesta respinta dal Riesame, ma confermata in Cassazione

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