«Rischio listeria» Surgelati ritirati in tutta Europa
Misure precauzionali di Findus e Lidl con minestroni e mais. Grillo: «Da noi nessun focolaio»
L’allarme si è diffuso rapidamente. Ed è scattato in tutta Europa il ritiro di prodotti alimentari surgelati, a seguito del possibile rischio di contaminazione da listeria, il pericoloso batterio, di cui è in corso un focolaio che nel vecchio continente dal 2015 ha già causato nove decessi. In Italia sono stati ritirati dalla Findus diversi lotti di minestrone surgelato. Così come anche la catena di supermercati Lidl ha ritirato surgelati in Sicilia commercializzati con il marchio Freshona. Il ministro della Salute: «Al momento non risultano focolai di listeria in Italia», il ritiro dei prodotti sul territorio nazionale «è stato effettuato a scopo precauzionale».
Il sistema di allarme europeo è scattato di nuovo per il ritiro dal mercato di alcuni lotti di minestrone surgelato prodotto da una leader del settore, la Findus.
«La decisione è volontaria e del tutto precauzionale — informa sul web l’azienda per prevenire comportamenti di paura dei clienti — e fa seguito alla segnalazione da parte di Greenyard (fornitore belga, uno dei maggiori al mondo di frutta e verdura) della potenziale contaminazione da batterio listeria di una partita di fagiolini utilizzati in minima parte all’interno delle confezioni». I lotti sotto tiro sono quelli di minestrone tradizionale, sugli altri nessun sospetto.
Nessun rischio per la salute se il prodotto viene cucinato, chiariscono subito gli enti sanitari. La cottura infatti uccide i germi. Le autorità, per evitare nuovi focolai e spezzare rapidamente la catena di diffusione, procedono però con iniziative drastiche in tutti i Paesi dell’unione. Si è visto che quando si verifica un fenomeno infettivo in uno degli Stati membri, tutti gli altri vengono coinvolti ed ecco perché sono stati organizzati sistemi di monitoraggio comuni.
Altri ritiri in Sicilia di lotti di mais e verdure surgelate a marchio Freshona, distribuiti nei supermercati Lidl che ha fatto un comunicato online. E poi in Germania, Regno Unito, Finlandia e Austria, coinvolti diversi supermercati e marchi. Anche all’estero, incriminati i minestroni, il denominatore comune è il mais. Nei rispettivi siti aziendali sono elencati i codici delle partite non sicure.
In Italia, subito attivate ulteriori verifiche. Il ministro della Salute Giulia Grillo segue «con la massima attenzione l’evolversi della situazione, gli uffici di prevenzione sono al lavoro. Al momento non risultano focolai nelle nostre regioni».
La sorveglianza in Europa su questa minaccia alimentare, rara eppure molto temuta, è serrata tanto che tra il 2015 e la prima settimana di giugno sono stati registrati 47 casi di infezione e 9 morti di listeriosi per ingestione di cibi consumati crudi, contenenti vegetali lavorati in uno stabilimento ungherese.
Dopo l’allerta lanciato dal governo di Budapest, l’impianto è stato sterilizzato ma
L’evoluzione L’epidemia è nata in Ungheria nel 2015 e ha provocato 47 casi e nove decessi in 5 Paesi
evidentemente il microrganismo non è stato eliminato completamente ed è scattato un nuovo allarme. «Finché i prodotti contaminati sono ancora in circolazione o nei congelatori possono emergere nuovi casi», tengono alta la guardia le due autorità comunitarie preposte al sistema di controllo e raccolta dei dati
(Ecdc, centro europeo di controllo, ed Efsa, agenzia per la sicurezza alimentare).
Nei bollettini comunitari, sempre aggiornati, viene pubblicato il numero dei pazienti e delle vittime oltre all’elenco degli alimenti responsabili. Si tratta di mais dolce surgelato, mix di vegetali surgelati fra cui mais, fagioli e spinaci. Sempre consumati crudi.
Listeria è un microbo molto diffuso nell’ambiente, causa di infezioni alimentari che possono avere conseguenze gravi su persone fragili, neonati e anziani con problemi di difese immunitarie. I cibi solitamente più esposti alla proliferazione del batterio sono pesce, carne, verdure crude, latte non pastorizzato.
Ma il microbiologo degli alimenti Paolo Aureli, che si è occupato di epidemie italiane (in scuole piemontesi) quando era direttore della sicurezza alimentare all’istituto Superiore di Sanità, è molto rassicurante: «Se è prevista la cottura non ci deve essere timore. Una minima presenza di listeria in certi alimenti è tollerata».
Coldiretti trae spunto per richiamare l’urgenza di estendere l’uso dell’etichetta di origine: «Mucca pazza, latte per infanzia e l’attuale situazione legata a listeria sono esempi emblematici. È necessaria informazione corretta, con l’obbligo di indicare l’origine dei prodotti in tutti gli alimenti».
«Massima attenzione Al momento non risultano focolai nelle nostre regioni»