Il ministro: non si spara ai lupi e agli orsi
Gli esemplari pericolosi saranno uccisi. Brambilla: mossa elettorale, basta fare politica sulla pelle degli animali
Prima la provincia autonoma di Trento. Poi quella di Bolzano. A distanza di pochi giorni hanno approvato la legge che consente di uccidere lupi e orsi. Anche se il provvedimento riguarda gli esemplari pericolosi. È ovviamente scoppiata la polemica. Il ministro Costa impugnerà la legge e aggiunge: «Non escludo il carcere per i bracconieri».
Hanno approvato la legge che consente di uccidere lupi e orsi a pochi giorni di distanza una dall’altra, prima la Provincia autonoma di Trento e subito dopo quella di Bolzano. Ma la polemica degli animalisti è esplosa tutta insieme lungo la Penisola.
I due provvedimenti hanno caratteristiche molto simili: prevedono la cattura e l’eventuale abbattimento di esemplari problematici, che siano pericolosi per l’uomo o anche solo per gli allevamenti.
«È paradossale, a Trento hanno fatto un progetto ad hoc per ripopolare il territorio di orsi. E adesso cosa fanno, li ammazzano?». Patrizia Prestipino è per il Pd responsabile delle politiche animaliste, e proprio in questi giorni è entrata a far parte dell’intergruppo animalista creato in Parlamento da Michela Vittoria Brambilla, deputata di Forza Italia.
Dice Prestipino: «Sia gli orsi sia i lupi sono animali che stiamo cercando di salvare dall’estinzione. Non capiscono che cosa vogliono fare lassù. In America gli orsi grizzly, che pure sono pericolosi, mica li uccidono, li sedano e li portano via».
A Trento e a Bolzano hanno voluto invece seguire le richieste degli allevatori. Non hanno approvato una legge che prevede l’apertura della caccia a lupi e orsi, ma la norma che ha ottenuto il via libera permette agli enti locali di eliminare singoli animali considerati troppo aggressivi. Per farlo, e lo dice la legge nazionale, ci vuole però l’autorizzazione del ministero dell’ambiente.
Gli allevatori non hanno soltanto dato il loro consenso alla decisione delle due Province autonome, proprio da loro è partita la spinta per arrivare a quel provvedimento.
L’assessore altoatesino all’agricoltura, Arnold Schuler, ha promosso una petizione in favore degli abbattimenti e in appena ventiquattro ore ha raccolto 13 mila firme.
«Ma queste due leggi vanno contro la Costituzione, i lupi e gli orsi sono patrimonio indisponibile dello Stato e nessuno ne può disporre a piacimento»: Michela Vittoria Brambilla, ha appena fondato l’intergruppo animalista in Parlamento e forse non immaginava di doversi occupare subito di abbattimenti di specie protette.
Dice ora la parlamentare: «Mi sembra che questa operazione di Trento e di Bolzano suoni molto come una manovra elettorale e propagandistica. E a maggior ragione deve essere fermata. Ho fiducia che questo ministro dell’ambiente lo farà al più presto, non si fanno politica e propaganda sulla pelle degli animali».
Sconcertati anche i rappresentanti dell’enpa (Ente nazionale protezione animali): «È inconcepibile che un ente locale possa con un atto unilaterale appropriarsi di una competenza statale». E il Wwf fa loro eco: «La fauna, secondo la Costituzione, è un bene indisponibile dello Stato e la gestione va fatta almeno su base nazionale».
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