«Le due volte che dissi di no a Steve Jobs»
L’architetto: è più difficile fare una sedia che un grattacielo
«Anche Steve Jobs venne a cercarmi». «È più difficile fare una sedia che un grattacielo» dice l’architetto Mario Bellini.
A di Candida Morvillo 83 anni, Mario Bellini ha presentato alla Design Week di Milano due tavoli, tre coffe table, tre installazioni, un vassoio, una sedia. Ha cantieri aperti a Roma (per il Museo del Foro Antiquarium), a Trieste (per la torre di Generali) e a Genova (per il Parco Scientifico Tecnologico Erzelli). Ai Caraibi, sta resuscitando l’isola Virgin Gorda, spazzata via dall’uragano Irma, ed è un lavoro di anni, con ville, porti, alberghi. Racconta: «Ho visto i pontili crollati, le finestre e i tetti sfondati, e ho incontrato solo persone che non ci pensano proprio ad andarsene, anche se sanno che potrebbe succedere ancora». Conta di cominciare a costruire anche una città in Cina, «una Venezia sui canali, che incornicia il villaggio preesistente in un immenso sipario». Ha progetti per un decennio, ma dice di non sentire la stanchezza e che l’unico segno dell’età è la difficoltà a ricordare le date. A Milano, nella sua casa dalle librerie alte nove metri e affacciata su un giardino, stende su un tavolo appunti con gli anni cerchiati in colore che, poi, però, non guarderà mai.
Fra i massimi maestri del design, ha vinto otto Compassi d’oro, un record. Il Moma di New York ospita 25 sue opere nella collezione permanente e già nel 1987 gli aveva dedicato una retrospettiva. Ha fatto il Padiglione Islamico del Louvre di Parigi ed è stato il primo a disegnare un mobile di plastica e un personal computer, ha di fatto inventato la monovolume ed è una storia bizzarra: «Ne presentai la struttura al Moma, nel ‘72. Pensavo che mi avrebbero chiamato General Motors, Chrysler, Ford. Niente, quell’auto era talmente avanti che la prima, non mia, fu prodotta 13 anni dopo e solo gli storici del settore mi riconoscono la paternità dell’idea».
Qual è il primo mobile che disegnò?
«Un tavolo minimalista, quando la parola ancora non usava, presentato alla Biennale dello Standard di Mariano Comense. Avevo 27