Dell’utri esce da Rebibbia Ora i domiciliari in casa del figlio
L’abbraccio con la figlia, Chiara Dell’utri, all’uscita dal carcere di Rebibbia, chiude una fase e ne avvia un’altra. Il fondatore di Forza Italia, il socio storico di Silvio Berlusconi, vince la battaglia con i giudici di sorveglianza e inizia quella contro le patologie cardiache.
Fino al 28 settembre, quando si riunirà il tribunale per discutere sulle sue condizioni di salute, l’ex senatore sarà libero di uscire di casa (informando le forze dell’ordine) per sottoporsi ad accertamenti e terapie e, malgrado alcune restrizioni, condurrà una vita quasi normale. Ieri, la prima giornata di quiete, a cellulare spento, in casa del figlio. Unico legame con la detenzione (differita) è il provvedimento dei giudici di sorveglianza che Dell’utri ha portato con sé per leggerlo con attenzione. Quanto al resto, i suoi avvocati Alessandro De Federicis e Simona Filippi dicono: «L’ex senatore si è lasciato alle spalle il carcere e ha chiesto un giorno di silenzio assoluto, è concentrato esclusivamente sulla sua vita familiare in questo momento». Camicia verde, calzoni neri, una grossa busta di carta in mano: il Dell’utri che attraversa il cancello del penitenziario è fragile e vagamente frastornato. Il fronte giudiziario resta complicatissimo. Quello delle terapie ancora in salita. Dalle 8 di mattina l’ex senatore era pronto ma c’è una procedura da rispettare e fra le altre cose bisognava sottoporsi alla visita medica. Sul differimento della pena per l’ex senatore le reazioni sono differenti. Indignata quella dell’associazione delle vittime della strage dei Georgofili: «Sono 25 anni che aspettiamo di sapere chi è salito sul carro di Riina» ha detto Giovanna Maggiani Chelli mentre l’azzurra Maria Rizzotti gli fa gli auguri e per il piddino Stefano Maullu la scarcerazione di Dell’utri arriva «con grave ritardo data la gravità delle condizioni».