Lettere dalla grotta
«Stiamo bene, siamo forti», scrivono i piccoli. E l’allenatore si scusa con i genitori
Chanin, 11 anni Sompong, 13 anni
Stavolta nei sacchetti impermeabili dei militari thailandesi non c’è soltanto cibo, ma una bella sorpresa. Nella grotta allagata saltano fuori da una busta, incredibilmente asciutti, due blocchi di carta ingiallita. A righe e a quadretti, con una penna blu e una matita. «Ragazzi, sono per voi: potete scrivere ai vostri genitori», annunciano i Thai Navy Seals ai baby-calciatori intrappolati che non vedono le famiglie da due settimane, e chissà quando le rivedranno. Il bloc notes li riporta alla scuola: nella prigione di pietra ai bimbi manca persino quella. Nell’attesa che i sub portino anche il cavo del telefono, per parlare con mamma e papà bastano carta e penna.
Prima però bisogna leggere i messaggi dei genitori. «Cari bambini, vi aspettiamo tutti — è scritto nelle sei pagine — state al caldo e sappiate che non siamo arrabbiati con voi». E nemmeno con l’allenatore: «Non ce l’abbiamo con te, ti sosteniamo: grazie per aver vegliato su di loro», scrive un papà. Tra le risposte, quella del coach Aek è la più lunga e commovente: «Vi giuro che mi prenderò cura di loro. Voglio davvero scusarmi con tutti voi. Grazie del sostegno». La matita passa ai bambini. Si comincia con un messaggio a nome di tutti: «Stiamo bene, siamo forti». E siccome la scuola manca sì ma non troppo, c’è una richiesta per i professori: «Non dateci troppi compiti quando torneremo». Poi iniziano uno per uno, tutti con la stessa preghiera per i genitori: «Non preoccupatevi per me». Duangpetch, 13 anni, esorta i suoi: «Non dimenticatevi del mio compleanno», mentre Peerapat, 16 anni compiuti dentro la grotta, aspetta la torta promessa. Il portiere Ekkarat, 14 anni, smorza l’ansia della mamma: «Sono via solo da due settimane». Mica quattro mesi. Il piccolo Chanin, 11 anni, ha già un pian o : «Quando esco portatemi a mangiare il pollo fritto». Pipat sogna «una grigliata di carne», l’amico Panumas quasi esagera: «Mamma, sono felice qui dentro». È Adul, il 14enne che parla inglese, il solo a lasciarsi scappare tutta la verità: «Mi mancate tanto. Voglio uscire da qui il prima possibile».
Mamma, tutto bene a casa? Io me la passo bene. Per favore di’ alla mia professoressa che le voglio bene. Ti voglio bene mamma
Non preoccupatevi per me, papà e mamma. Sono stato via solo per due settimane. Poi quando avrò tempo ti darò una mano in negozio mamma. Esco presto
Non dovete preoccuparvi per me. Spero che tutti voi, papà, mamma e tutti i parenti, siate sereni
Cari genitori, stiamo tutti bene. Vi prometto che mi prenderò cura dei ragazzi al meglio. Grazie del sostegno, chiedo scusa a tutti voi. Per mia zia e mia nonna: sto bene, per favore non preoccupatevi troppo per me. Nonna, per favore prepara del maiale in salsa piccante. Lo mangio appena esco. Vi voglio bene
Voglio bene alla mamma, al papà e al mio fratellino. Non preoccupatevi per me. Vi amo tutti
Mi mancate, mamma e papà.
Vi voglio bene.
Non preoccupatevi per me, so badare a me stesso
Sono sano e sto bene, state tranquilli. Vi voglio bene
Non preoccupatevi per me, mi mancate tutti, nonna, zia, mamma, papà e tutti gli altri. Sono felice qui dentro. I Seals si prendono cura di me. Vi voglio bene