Addio a Ditko, la matita che inventò Spider-man
Era nato nel 1927 e nel 1962, con lo sceneggiatore Stan Lee, aveva dato vita all’uomo Ragno per l’editrice Marvel
Lo hanno trovato cadavere nella sua casa a New York: viene da dire che il disegnatore di fumetti Steve Ditko, creatore dell’uomo Ragno e del Dottor Strange per l’editrice Marvel assieme a Stan Lee, è morto come era vissuto.
Nato a Johnstown, in Pennsylvania, il 2 novembre 1927, schivo e riservato da sempre, Ditko non rilasciava dichiarazioni dagli anni Sessanta. Tutto il contrario di Lee, pronto a comparire ultranovantenne nei film dedicati ai supereroi generati dalla sua fantasia.
Eppure il lavoro di quell’artista dal tratto anticonvenzionale, per nulla eroico, resta una pietra miliare del fumetto. Bisogna ricordare infatti che il parto di Spider-man nel 1962 fu assai laborioso. Quando Lee propose il nome del personaggio, di primo acchito gli risposero che la gente odia i ragni. Poi, ottenuto il via libera, rimase deluso dalle prove grafiche di Jack Kirby, che con lui aveva creato l’anno prima i Fantastici Quattro.
Allora si rivolse a Ditko e la scelta si rivelò azzeccata: il suo tratto malinconico era perfetto per il liceale Peter Parker, giustiziere intrepido con il costume addosso, ma adolescente complessato e squattrinato nella vita reale. Nonostante i grandi poteri, il suo corpo rimaneva esile anche quando si spenzolava tra i grattacieli, nelle pose più contorte, per combattere i supercriminali. E forse il vero capolavoro di Ditko sono stati proprio i nemici di Spider-man, concepiti sulla scia della sua esperienza nel fumetto horror: creature bizzarre e mostruose come Octopus, Lizard, Goblin, l’avvoltoio, l’uomo Sabbia.
Ditko non si limitava a disegnare le tavole. Dava probabilmente il contributo creativo principale, riempiva di contenuti le sceneggiature scarne di Lee. E nel 1966, nonostante il crescente successo di Spiderman, lasciò la Marvel. Al contrario di Kirby, Ditko non fece polemiche pubbliche. Continuò a lavorare fino al 1998, riprese i rapporti con la Marvel. Ma certo riteneva, a ragione, che i suoi meriti non fossero stati equamente riconosciuti.