Il sogno spezzato
La Russia lotta, si illude e sfiora la grande impresa ma ai rigori passa la Croazia
SOCHI Dopo i rigori dell’inverno, ai russi toccano anche quelli dell’estate: in semifinale contro l’inghilterra ci va la Croazia, a vent’anni dall’ultima volta. Perché è più precisa dagli undici metri, anche se non è certo appariscente nel resto della partita. Almeno, rispetto alla sfida con la Danimarca vinta sempre ai rigori, la squadra di Dalic ha aggiustato la mira e ne sbaglia solo uno. Mentre il suo portiere Subasic para ancora, anticipando vistosamente il movimento del rigorista: sarà per questo che Mario Fernandes calcia malissimo a lato il rigore che condanna i russi? Tocca al migliore in campo, Rakitic, spegnere le luci della festa russa e far sognare comunque in grande la Croazia: i mezzi per far meglio in semifinale contro una squadra come l’inghilterra, meno chiusa, ci sono. Ma serve un salto di qualità, anche atletico, che non è facile fare in pochi giorni.
La Russia è comunque piuttosto diversa da quella tutta sigillata in difesa vista contro la Spagna. Anche perché i croati fanno possesso palla, ma senza la giusta continuità. E anche loro soffrono la corsa costante dei ragazzi di Cherchesov. Il clima aiuta doppiamente la squadra di casa: perché lo stadio a forma di conchiglia in riva al Mar Nero è carico di elettricità e stavolta, rispetto ad altre serate, non fa nemmeno così caldo. Dopo mezzora di lotta per il territorio, in cui il fallo sistematico russo non viene mai punito con un giallo dall’arbitro Ricci, Cheryshev inventa un gran gol, dopo una ampia triangolazione con Dzyuba con i croati fermi a guardare. Il sinistro da fuori area del giocatore cresciuto, non solo calcisticamente, in Spagna, è bellissimo.
Ma la Croazia, appena trova un po’ di spazio colpisce a sinistra: Mandzukic prende di sorpresa la difesa russa, dopo un recupero di Perisic, va sul fondo e aspetta l’inserimento di Kramaric in mezzo a quattro difensori. Il colpo di testa dell’attaccante dell’hoffenheim è un gioco da ragazzi. Molto più dura si rivela la gestione della partita da parte degli uomini di Dalic che – non solo in teoria - hanno giocatori di maggiore qualità.
Ma la Russia compensa tutti i suoi difetti con un’energia cinetica che se fosse collegata all’impianto dello stadio farebbe risparmiare sulla bolletta della luce. Ripartire in attacco è merce rare, ma non solo per i russi. L’unico grosso pericolo arriva nella ripresa, con un palo di Perisic.
Dalic non perde il filo del gioco e inserisce Brozovic e Kovacic per stanare la Russia. Il gol sembra arrivare al momento giusto, con un colpo di testa di Vida al termine del primo tempo supplementare. Lo stadio si sgonfia, ma solo per un attimo, perché Cherchesov lo ricarica con ampi gesti delle braccia. La sua Russia non molla mai. E si regala ancora l’ultimo sogno: Dzagoev, il ragazzo di Beslan, calcia una punizione da destra e Mario Fernandes, il brasiliano che in Russia ha ritrovato se stesso, segna di testa, da centravanti consumato, l’incredibile 2-2. Proprio lui però calcia un rigore spento, che esce sul fondo. Mentre al primo tentativo Smolov si era fatto parare una sottospecie di cucchiaio. Akinfeev stavolta di rigore ne para solo uno. L’architetto Rakitic chiude il cerchio. E lì dentro adesso per la Croazia resta solo l’inghilterra.