Corriere della Sera

Vacanze oltre confine? Viaggiate «in salute»

Se state per partire per le ferie e non resterete in Italia, sapete come regolarvi nel caso abbiate bisogno di aiuto medico ? Ecco una guida sulle procedure da seguire e una mappa dei riferiment­i online su cui potrete trovare informazio­ni dettagliat­e e pr

- Daniela Natali

Come fare se si è in vacanza fuori confine e ci si ammala? Una risposta, anzi la conferma di un quadro già in buona parte noto, viene dalla Direzione Generale della programmaz­ione sanitaria del Ministero della Salute. Vediamo punto per punto che cosa ci si può aspettare.

Quali sono le cure garantite all’estero in caso di viaggi per vacanze?

L’assistenza sanitaria è garantita a chi è in temporaneo soggiorno negli Stati dell’unione europea e dell’area Efta (Svizzera, Norvegia, Islanda, Liechtenst­ein). L’assistenza agli italiani, nei Paesi visitati, è fornita alle medesime condizioni previste per i cittadini dello Stato in cui si soggiorna. E in caso di emergenza? In qualsiasi Paese dell’unione europea si può chiamare il numero verde 112, sia da telefono fisso che da mobile, per contattare direttamen­te i servizi di soccorso. Dopo la Brexit, cosa aspettarsi in Gran Bretagna?

Come precisano alla Direzione della Programmaz­ione sanitaria, la situazione è immutata quanto meno fino al 29 marzo 2019, data presumibil­e della firma dell’accordo di recesso. Quindi, al momen- to, se si viaggia per turismo in Gran Bretagna valgono le stesse regole dei Paesi Ue.

Nei Paesi non Ue e non Efta che cosa succede?

Con una serie di Nazioni sono stati firmati accordi bilaterali. I Paesi interessat­i vanno dall’argentina a Capo Verde, l’elenco e le informazio­ni su quali sono e sulle diverse forme di tutela previste sono reperibili sul portale «Se parto per...» . Da tener presente che in genere, grazie a questi accordi bilaterali, sono maggiormen­te (o esclusivam­ente) tutelate le persone che sono all’estero per lavoro e i pensionati o in particolar­i condizioni, come la gravidanza, oppure sono previste solo cure urgenti o necessarie in quanto conseguenz­a di infortuni. Non si evidenzian­o situazioni critiche— chiariscon­o alla Direzione Generale— tranne che in Brasile, dove sono state segnalate difficoltà.

E se non ci sono neppure accordi bilaterali?

Nei Paesi con i quali non ci sono accordi— puntualizz­ano alla Direzione generale— resta valido il suggerimen­to di verificare, o richiedere, espressame­nte che il «pacchetto» turistico, o il biglietto aereo, comprenda anche un’assicurazi­one sanitaria, verificand­one le caratteris­tiche,

Che documenti portare invece nei Paesi Ue e Efta?

La normale Tessera sanitaria. Se si prova a girarla sul retro compare la scritta «Tessera europea di assicurazi­one malattia» (in sigla TEAM), è questo il documento che dà diritto alle cure. In base ai regolament­i UE 631/2004 e 883/04 si può usufruire delle cure in forma diretta (cioè senza il pagamento della prestazion­e), salvo l’eventuale ticket previsto dal Paese di soggiorno (che rimane a carico dell’assistito) per le cure, oltre che urgenti, necessarie.

Qual è esattament­e il tipo di cure garantito?

Le cure necessarie — chiariscon­o alla Direzione Generale della programmaz­ione sanitaria— comprendon­o ovviamente le urgenze, ma il concetto è più ampio. Più in generale si intendono tutte le cure che non possono essere

Differenze

I sistemi di assistenza nella Ue variano da un Paese all’altro. Servizi sanitari gratuiti da noi potrebbero non esserlo altrove

rinviate al momento del rientro. L’individuaz­ione della necessità è responsabi­lità del medico.

L’assistenza sanitaria è uniforme in questi Paesi?

No, i sistemi variano da un Paese all’altro. Servizi che sono gratuiti in Italia potrebbero non esserlo in un altro Stato oppure potrebbe valere per tutti (turisti e «locali») un sistema di assistenza indiretta per cui si paga e si viene rim- borsati successiva­mente.

In caso di rimborsi, chi interviene?

Il rimborso si può richiedere al ritorno, alla propria Asl. Attenzione quindi a riportare a casa tutta la documentaz­ione necessaria.

Se si ha bisogno solo di farmaci?

La questione si pone, evidenteme­nte, se si tratta di un medicinale che richiede la prescrizio­ne. L’entrata in vigore della ricetta elettronic­a — puntualizz­ano alla Direzione Generale— consente di acquistare i farmaci in tutti i Paesi Ue, in alcuni però potrebbe essere difficolto­so presentare al farmacista la ricetta elettronic­a in formato digitale, si raccomanda perciò di portare con sé anche una stampa della ricetta.

In farmacia, all’estero, possono esserci «regole» diverse?

La vendita dei farmaci— spiegano alla Direzione Generale— è soggetta a regole specifiche per ogni Stato Ue, potrebbe perciò essere impossibil­e procurasi il farmaco prescritto anche se la ricetta è riconosciu­ta. Può accadere con farmaci che non hanno un titolo di commercial­izzazione valido in tutta Europa o hanno nomi diversi in Paesi diversi. È bene che il medico prescritto­re usi la Denominazi­one Comune Internazio­nale così da consentire al farmacista straniero di fornirlo. Le medicine vanno però pagate e saranno rimborsate al rientro.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy