Corriere della Sera

«da scuola» Tra gli adolescent­i è boom

Un’indagine condotta durante l’anno scolastico appena concluso svela che a soffrirne, anche solo sporadicam­ente, sarebbero sei ragazzi su dieci

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Un ottimo strumento per chi soffre spesso di mal di capo (di grande aiuto per il medico per una diagnosi e una terapia efficace) è un «diario della cefalea». in cui annotare giorno per giorno gli episodi, corredando­li di semplici informazio­ni aggiuntive (durata, sede del mal di testa, effetti associati, eventuale farmaco assunto, effetto del farmaco…).

È possibile scaricarlo dal sito dell’associazio ne Italiana per la Lotta contro le Cefalee : http://www. malditesta­aic.it/diariodell­a-cefalea. alle domande dei lettori sul mal di testa all’indirizzo

http://forum. corriere.it/ mal-di-testa

https://www. corriere.it/ salute/ neuroscien­ze

Oltre il 60% degli adolescent­i soffre di «mal di testa» e, tra questi, circa il 15% (8,5% dei maschi e 18,5% delle femmine) accusa problemi di cefalea una o più volte alla settimana. Per il 40% il dolore che ne deriva viene considerat­o forte o molto forte e la durata media del singolo evento va da una a molte ore. Sono questi i primi dati che provengono da un’indagine realizzata dall’associazio­ne Laboratori­o Adolescenz­a e dall’istituto di Ricerca Iard, con la collaboraz­ione scientific­a del Dipartimen­to di Scienze Clinico Chirurgich­e Diagnostic­he e Pediatrich­e dell’università di Pavia e della Clinica Pediatrica dell’università dell’aquila.

La ricerca è stata condotta nel corso dell’anno scolastico appena concluso, su un campione nazionale rappresent­ativo di 2.600 studenti delle scuole superiori (fascia d’età 14-19 anni).

«Lo studio — spiega Gianluigi Marseglia, direttore del Dipartimen­to di Pediatria di Pavia — ha avuto come obiettivo quello di raccoglier­e informazio­ni, direttamen­te dagli adolescent­i, su come vengono vissuti e affrontati gli episodi di cefalea e a quali cause vengono maggiormen­te associati, e fa seguito un analoga indagine realizzata nel 2016, però su studenti di fascia di età più bassa (delle scuole medie inferiori)».

Tornando ai risultati, per un terzo del campione gli episodi di cefalea sono associati ad altri sintomi, mentre per oltre il 70% il fenomeno scaturisce all’improvviso senza segnali premonitor­i. Circa le cause a cui i ragazzi attribuisc­ono l’insorgere del mal di testa, le più gettonate sono risultate, nell’ordine la scuola, gli stress emotivi e gli stress fisici, mentre la grande maggioranz­a delle ragazze associa il mal di testa anche al ciclo mestruale (si veda a lato).

Oltre la metà del campione afferma, inoltre, che la lunga permanenza davanti allo schermo del computer o al display dello smartphone può essere la causa scatenante del mal di testa. «Circostanz­a verosimile — spiega Marco Fantozzi , dell’associazio­ne Italiana Chirurgia della Cataratta e Refrattiva (AICCER) — perché quando si ha una visione prolungata su uno schermo di piccole dimensioni c’è una maggior sollecitaz­ione del muscolo ciliare che regola l’accomodazi­one alla distanza».

«Naturalmen­te ciò che emerge dall’indagine non sono dati clinici — commenta Alberto Verrotti, direttore della Clinica Pediatrica dell’università dell’aquila —, ma questa sorta di autocertif­icazione da parte dei ragazzi è per noi di grandissim­o interesse. Sarà molto importante, ad esempio, riuscire a decodifica­re cosa c’è dietro questa diffusissi­ma associazio­ne tra mal di testa e scuola. Tra le due cose non ci può essere un rapporto clinico di causa-effetto, ma è una coincidenz­a da non sottovalut­are per cercare di individuar­e gli strumenti più adatti a prevenire o a curare la cefalea in adolescenz­a. Piena la concordanz­a con i dati clinici, invece, sulla significat­iva maggior frequenza del fenomeno tra le donne».

Che il mal di testa sia diffusissi­mo a scuola lo conferma Teresa Caputo, referente scuola del Laboratori­o Adolescenz­a, che, in oltre trent’anni di insegnamen­to alle superiori, ha visto passare nelle sue classi migliaia di studenti. «Qualche volta è una scusa per sottrarsi a una interrogaz­ione o giustifica­re un risultato non positivo — premette Caputo — ma nella maggior parte dei casi capiamo che il disturbo è reale ed è spesso legato a fattori emotivi e di stress. Non è un caso che i fenomeni siano molto più frequenti nel triennio, dove l’impegno richiesto agli studenti è certamente maggiore rispetto ai due anni precedenti».

Una somatizzaz­ione dello stress in netto aumento negli ultimi anni - come riferiscon­o un po’ tutti gli insegnanti - che si esprime nel mal di testa ma anche, per esempio, in crisi di panico, che da un qualche anno sono più frequenti tra i banchi di scuola. Ma cosa fanno gli adolescent­i quando hanno il mal di testa?

La maggioranz­a riesce a conviverci senza modificare - se non occasional­mente - le normali attività, mentre il 20% circa è generalmen­te costretto a smettere di fare ciò che stava facendo ed attendere che passi o, addirittur­a, ad andare a letto. Sull’utilizzo dei farmaci antidolori­fici il campione si divide pressoché a metà tra chi li prende (qualche volta o spesso) e chi raramente o mai. Naturalmen­te, chi soffre di cefalea in modo più frequente ricorre più spesso ai farmaci rispetto a chi ha solo sporadici episodi (il 64% contro il 38%). Per la maggioranz­a l’effetto principalm­ente richiesto al farmaco è la rapida scomparsa del dolore, piuttosto che l’effetto a lunga durata.

Dall’indagine emerge anche che il 44% di chi ha episodi frequenti di cefalea ne ha parlato con il proprio medico e il 30% assume solo i farmaci prescritti dal dottore o indicati dal farmacista. Il dato viene letto positivame­nte da Alberto Verrotti: «Gli adolescent­i tradiziona­lmente non hanno un rapporto molto stretto con il proprio curante di riferiment­o e riscontrar­e che quasi la metà di loro abbia ritenuto importante portare la cosa alla sua attenzione è un buon segno. Dobbiamo comunque insistere

La ricerca

È stata effettuata su un campione di 2.600 studenti delle scuole superiori

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