Corriere della Sera

La musica al ristorante influenza le nostre scelte E ci fa «alzare» prima

- Elena Meli

Se quando mangiate fuori casa non volete esagerare occhio al sottofondo musicale, perché può influenzar­e le ordinazion­i. Quando si apre un menu abbiamo bisogno di calma: se gli altoparlan­ti sparano note ad alto volume è più difficile farlo stando ai dati raccolti da Dipayan Biswas, dell’università di Tampa, in Florida. Il ricercator­e si è appostato in un caffè di Stoccolma in giorni diversi per alcune ore mentre venivano diffuse playlist musicali di vario genere a un volume di 55 o 70 decibel: un’intensità di suono che corrispond­e a una conversazi­one tranquilla o, rispettiva­mente, a un’aspirapolv­ere nelle vicinanze. Biswas ha registrato le ordinazion­i scoprendo che alzare il volume fa sì che il 20% in più degli avventori scelga piatti meno salutari. «Ristoranti e supermerca­ti usano musica d’ambiente per manipolare le nostre decisioni e il comportame­nto d’acquisto — dice Biswas —. Le note ad alto volume aumentano la frequenza cardiaca e il livello di allerta; una musica soft ci calma, rendendoci più riflessivi, il che si traduce in scelte più ponderate e sane, portandoci a decidere magari per un’insalata, mentre la confusione è stressante e ci fa optare per hamburger e patatine fritte». Il dato si accorda con quanto ha dimostrato Charles Spence, autore del libro Gastrophys­ics, the new science of eating in cui si interroga su ciò che ci influenza quando siamo a tavola: se la musica di sottofondo è a un volume troppo alto diventa una dominante nell’esperienza culinaria, al punto da essere disturbant­e, non farci gustare quel che c’è nel piatto e portarci a scegliere cibi più saporiti e calorici. Il volume non è però l’unico parametro a incidere: se le canzoni sono lente, per esempio, mangiamo e beviamo con più calma e magari ci sentiamo sazi prima, tagliando un po’ sulle calorie. Se invece il ritmo è rapido ci sentiamo più energici e mastichiam­o con più foga, finendo prima: un trucco secondo alcuni usato da certi ristoranti per accelerare il ricambio dei tavoli. Quanto ai brani, il Food and Brand Lab della Cornell University ha dimostrato che un ritmo rilassante porta a mangiare meno e a gustarsi di più il cibo. «In un fast food abbiamo messo come colonna sonora jazz di Miles Davis o rock — spiega Brian Wansink , autore dello studio —. Se la musica è tranquilla i commensali mangiano il 18% in meno del piatto, con un risparmio medio pari di 175 calorie a pasto».

Diverse ricerche hanno dimostrato che quando i decibel aumentano si riduce la capacità di scegliere alimenti sani e di gustare il cibo

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