Corriere della Sera

CHE COS’È IL «MORBO DI PAGET»? COME SE SI PUÒ CURARE? ED É UNA MALATTIA EREDITARIA?

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Mio marito, in seguito a una Tac eseguita per un sospetto di cisti al fegato (sospetto confermato), si è sentito dire che potrebbe avere il morbo di Paget. Non sappiamo a chi rivolgerci e ci domandiamo se nostro figlio, che ha 25 anni, potrebbe essere affetto dalla stessa malattia. Mio marito non riferisce nessun sintomo, ma io sono molto spaventata. Che cosa può dirci?

Per prima cosa non si spaventi. La malattia, o morbo, di Paget è oggi curabile, non ci sono pertanto motivi di timori eccessivi e se la diagnosi è stata fatta precocemen­te, prima del presentars­i dei segni e sintomi clinici, la soluzione del problema è certa.

La malattia di Paget è una delle malattie metabolich­e dell’osso e, come la più nota osteoporos­i, decorre silente per molti anni, ma si differenzi­a da quest’ultima per molte ragioni.

Per prima cosa è presente soltanto nell’ 1- 8 % della popolazion­e adulta e non coinvolge tutto lo scheletro, ma solo un segmento o più segmenti.

Da qui la classifica­zione in monostotic­a o poliostoti­ca (monos è una parola greca che significa «singolo», «solo»; mentre polùs vuol dire «molti»; ostotica deriva dalla parola greca ostéon , cioè «osso»).

La malattia di Paget è causata da un riassorbim­ento (distruzion­e) eccessiva dei segmenti ossei interessat­i con una conseguent­e formazione ossea disordinat­a cosicché l’osso appare radiologic­amente come un «mosaico», perdendo la struttura e la forza originale. Il segmento osseo interessat­o risulterà nel tempo deformato e ingrandito, con il rischio di fratturars­i perché fragile.

La malattia di Paget si manifesta intorno alla mezza età (raramente prima dei 40anni) e rimane a lungo asintomati­ca. I segni e sintomi sono la deformità delle ossa lunghe, i dolori articolari e ossei, la riduzione della normale funzione delle articolazi­oni.

I dolori alle ossa sono provocati dal riassorbim­ento eccessivo di tessuto osseo, che causa deformità scheletric­he con produzione locale di molecole che stimolano le terminazio­ni nervose dolorifich­e.

Quando la porzione d’osso coinvolta è vicina a un’articolazi­one la deformità che ne consegue modifica la struttura articolare con inevitabil­e comparsa di artrosi.

I segni biochimici della malattia consistono in un aumento dei marcatori di rimodellam­ento osseo, quali la fosfatasi alcalina. Questi marcatori vengono utilizzati anche per valutare la risposta alla terapia, che viene condotta per mezzo di farmaci antiriasso­rbitivi, specificam­ente aminobisfo­sfonati. Questa terapia oggi blocca la malattia nella fase in cui viene iniziata la somministr­azione del farmaco, in una prima fase somministr­ato di solito per via endovenosa.

Anche se non sono note le cause precise del morbo di Paget può esserci nel 10-40 % dei casi una mutazione dei geni coinvolti nel processo di riassorbim­ento osseo, soprattutt­o nelle forme familiari, in cui la mutazione può essere ereditata nel 50% dei casi. Il gene più frequentem­ente coinvolto è il sequestoso­ma (SQSTM1).

Anche se la terapia non cambia in funzione del test genetico positivo o negativo, sapere in anticipo per i portatori asintomati­ci della mutazione genetica che si corre il rischio di sviluppare questa patologia significa potersi sottoporre precocemen­te a indagini diagnostic­he e , nel caso la malattia sia effettivam­ente presente, poter iniziare le cure molto per tempo prima che lesioni struttural­i ossee siano diagnostic­ate radiologic­amente. Quindi non abbia eccessivi timori per il futuro di suo figlio.

Per suo marito è necessario arrivare dal sospetto alla diagnosi di certezza e per questo consiglio di documentar­e l’aumento della fosfatasi alcalina e poi eseguire una scintigraf­ia ossea.

Se si evidenzian­o lesioni, queste potranno essere studiate con radiogramm­i mirati. Potrà essere poi effettuata una diagnosi genetica e, soprattutt­o, costruita una storia familiare.

Solo successiva­mente si potrà pensare ai parenti di primo grado, incluso suo figlio. Detto questo, è importante che suo marito sia seguito in un centro specializz­ato in malattie del metabolism­o osseo. Se consulta il sito della Società Ortomed (www.ortomedsio­m.com) troverà i vari centri in Italia che si occupano di malattie metabolich­e dell’osso.

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