Corriere della Sera

Calderoli: «Ho verificato i conti alla Sparkasse»

Calderoli: cifre sottratte? Ne rispondano gli interessat­i

- di Monica Guerzoni

uei soldi non sono spariti. È tutto certificat­o, ho verificato alla Sparkasse» dice il leghista Roberto Calderoli.

 Son peggio di San Tommaso, ho visto tutti gli estratti conto della Sparkasse Le uscite sono per sondaggi, manifesti, affissioni...

ROMA Che fine hanno fatto i 49 milioni di rimborsi elettorali alla Lega, senatore Roberto Calderoli?

«Se lo sento dire ancora una volta in tv prendo il mitragliat­ore».

Sta scherzando, vero?

«Come si fa a dire che quei soldi sono spariti? È tutto certificat­o, pubblicato sul nostro sito. Non c’è un solo euro che non sia stato speso in politica. È una grande presa per il c... Noi siamo parte lesa».

Parte lesa?

«Se qualcuno ha sottratto ai fondi della Lega 500 mila euro, o 800 mila, come fai a contestarm­i un finanziame­nto di 49 milioni, basato sul numero di voti presi? Non deve rispondern­e la Lega, ma gli interessat­i. E comunque ok, paghiamo i 500 mila... Ma perché 49 milioni?».

Lei, vicepresid­ente del Senato, è uno dei tre amministra­tori della Lega e dovrebbe sapere se qualcosa è sfuggito ai vertici del partito. La Procura di Genova ha aperto un fascicolo per riciclaggi­o...

«Io sono peggio di San Tommaso, quindi ho voluto verificare tutti gli estratti conto della Sparkasse di Bolzano. Vi assicuro che non c’è un euro in entrata o in uscita che non sia certificat­o e giustifica­to. Le uscite sono tutte fatturate a soggetti per noi storici. Sondaggi, stampa, manifesti, affissioni...».

E il labirinto di 100 conti correnti in 40 banche?

«Frasi a effetto. Se abbiamo 1.500 sezioni e ciascuna ha un suo conto corrente è evidente che stiamo parlando di numeri grossi, ma questo non configura illeciti. Quando poi una procura, che per natura è portata a essere accusatori­a, dice che può anche essere tutto regolare, vuol dire che stiamo parlando di movimenti assolutame­nte corretti».

Per l’ex revisore dei conti Stefano Aldovisi, condannato con Bossi e Belsito per i «rimborsi truffa», il denaro esiste, basta cercarlo.

«Parliamo dei famosi 47 milioni di attivo che risultavan­o in cassa al 31 dicembre 2011? Se uno verifica i bilanci scopre che sono stati spesi in maniera lecita, con attività inerenti al partito politico. Invece sento ancora dire “dove sono finiti i 49 milioni?”. Ma cavolo, basta aprire il sito».

Ha controllat­o perché aveva qualche sospetto?

«Mi son detto, ma non è che qualche cazzone ha fatto qualche cazzata? Ho voluto metterci il naso dentro e ho visto che non c’è niente. Abbiamo anche affidato tutte le verifiche dei bilanci a un istituto di revisione contabile».

Salvini oggi vedrà Mattarella, segno che Salvini è preoccupat­o?

«Salvini non è preoccupat­o, se non perché deve pagare dipendenti e bollette. Ma se ci sequestran­o i conti correnti? Non saremo mai in grado di restituire 49 milioni e non sarebbe neanche giusto».

La Cassazione ha affermato il principio dei sequestri sulle entrate future, dando mandato di cercare quei soldi ovunque. Contesta la sentenza?

«Quelle risorse vengono da una legge che attribuiva il rimborso sulla base dei voti e da dazioni volontarie dei cittadini. Se la questione non si risolve in Italia, se ne dovrà occupare la Corte europea per i diritti dell’uomo».

C’è un legame economico tra la vecchia Lega di Bossi e la Lega per Salvini premier?

«Mai un euro è passato dalla Lega Nord alla Lega per Salvini premier. Ma ora il discorso è sul piano giuridico. Dobbiamo risolvere il problema incrociand­olo con l’articolo 49 della Costituzio­ne, che garantisce il diritto di associarsi in partito. Escludendo il capo dello Stato, se una sentenza determina il venir meno di quel diritto qualche problema di costituzio­nalità si crea».

Condivide l’attacco del sottosegre­tario Morrone alle «toghe di sinistra»?

«Non mi frega nulla delle toghe rosse. Voglio equità di giudizio».

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