La partita su Tripoli Trenta non vuole perdere il comando italiano
L’impegno ribadito da Moavero nei negoziati con la Libia
La reazione della Difesa alla linea comune scelta dai ministri dell’interno e delle Infrastrutture fa ben comprendere quale sia la posta in gioco. E quanto alto il livello di irritazione della ministra Elisabetta Trenta. Perché il «folle accordo» denunciato dai suoi colleghi di governo Matteo Salvini e Danilo Toninelli è in realtà la missione militare internazionale Sophia di cui l’italia ha il comando affidato all’ammiraglio Enrico Credendino. È stata concordata tre anni fa in sede di Unione Europea e tutti gli Stati membri aderiscono ad eccezione della Danimarca e della Slovacchia. Al momento di vararla, il nostro Paese ha posto come condizione quella di ottenerne la guida poiché si tratta di un’operazione strategica per il controllo del Mediterraneo, ma anche perché consente di trattare in sede Onu e Nato tutto ciò che avviene in questo spazio di mare, compreso il monitoraggio dei traffici illeciti di petrolio. Dunque, un ruolo di prestigio che adesso potrebbe essere perso, se davvero il governo guidato dal presidente Giuseppe Conte deciderà di chiamarsi fuori come è stato annunciato dal titolare del Viminale Matteo Salvini. Un altro scontro a livello internazionale che l’italia si trova adesso a gestire.
Il Mediterraneo L’operazione è ritenuta strategica per il controllo del Mediterraneo
I numeri
In tre anni sono stati arrestati 150 scafisti e sono state distrutte 550 imbarcazioni
I tre compiti
La missione è stata rinnovata il 25 luglio 2017 e il Consiglio europeo ha aggiunto al suo mandato tre nuovi compiti integrativi che vengono elencati nel trattato: «Istituire un meccanismo di controllo del personale in formazione per assicurare l’efficienza a lungo termine della formazione della Guardia Costiera e della Marina libica; svolgere nuove attività di sorveglianza e raccogliere informazioni sul traffico illecito delle esportazioni di petrolio dalla Libia, conformemente alle risoluzioni 2146 (2014) e 2362 (2017) del Consiglio di sicurezza dell’onu; migliorare le possibilità per lo scambio di informazioni sulla tratta di esseri umani con le agenzie di contrasto degli Stati membri, Frontex ed Europol».
L’addestramento
Si tratta di tre opzioni che possono fornire un sostegno concreto all’impegno che proprio in questi giorni il governo ha detto di voler prendere per ottenere collaborazione dalle autorità di Tripoli nella lotta ai trafficanti che gestiscono le partenze dei migranti. Un impegno ribadito due giorni fa dal ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi nell’incontro con il presidente Al Serraj. Anche perché in tre anni sono stati addestrati nell’ambito di «Sophia» circa 200 militari libici, consegnati alle forze di polizia italiane più di 150 scafisti e distrutte 550 imbarcazioni.
Il soccorso in mare
Le navi impegnate nell’operazione non hanno compiti di soccorso, ma sono le norme internazionali ad obbligare chi si occupa del pattugliamento del mare a soccorrere eventuali imbarcazioni in difficoltà. E proprio questo è accaduto due giorni fa quando il pattugliatore irlandese ha preso a bordo gli stranieri. La loro imbarcazione si trovava in acque maltesi e da Roma è arrivato il via libera all’attracco in Sicilia. Salvini ha annunciato un incontro per oggi con il premier Giuseppe Conte in vista del consiglio informale dei ministri dell’interno che si svolgerà giovedì a Innsbruck e durante il quale vuole mettere in discussione l’accordo. A questo punto bisognerà comprendere se farà valere il suo ruolo di vicepremier e quanto peso avrà nella decisione finale la Trenta, così come il parere di Moavero Milanesi. Se infatti il governo deciderà davvero di chiamarsi fuori dall’operazione internazionale che scade alla fine dell’anno e dunque di non rinnovare la partecipazione all’intera in sede europea, rinuncerà al comando di un importante organismo internazionale e in questo modo lascerà ad altri il controllo di quanto avviene nel Mediterraneo.