Pensioni d’oro e partite Iva, al via la battaglia
Federdirigenti e Cida protestano dopo l’annuncio di Di Maio del taglio agli assegni. Nomine verso l’ok
Anche per la posizione di direttore generale del ministero è scattata la stessa procedura seguita per la Cassa depositi e prestiti. Con l’incarico formale a un advisor, un cacciatore di teste, di produrre una terna di nominativi tra i quali scegliere, preferibilmente, ma non obbligatoriamente. Risolto il problema delle nomine alla Cd, il ministro dell’economia Giovanni Tria è vicino anche alla scelta del nuovo direttore del Tesoro. Un incarico chiave anche in vista delle prossime scelte di politica economica. Già in settimana si comincerà a discutere in Parlamento delle pensioni d’oro, poi giovedì e venerdì Tria è atteso a Bruxelles per le riunioni di Eurogruppo ed Ecofin.
Per la Cassa il nome indicato dal Tesoro come capo azienda (amministratore delegato) sarà quello di Marcello Sala, ex Intesa San Paolo. Domenico Arcuri, alla guida di Invitalia, e Giuseppe Bonomi sono considerati ormai poco più che «outsider». Massimo Tononi, indicato dalle fondazioni azioniste di Cdp con il 15,9%, sarà invece presidente. Mentre Fabrizio Palermo, se arrivasse Sala, dovrebbe essere promosso direttore generale. Per la direzione generale del Tesoro tra i papabili in prima linea c’è Alessandro Rivera, che è già al Tesoro, ma ci sono anche Dario Scannapieco, oggi alla Bei (e considerato pure per la Cdp), Antonio Guglielmi, in Mediobanca, che piacerebbe al M5S, e Stefano Scalera, ex dirigente del ministero. Anche l’assegnazione delle deleghe a vice ministri e sottosegretari, che impegna da settimane molti altri ministeri, all’economia sembra essere più o meno definita. Con una formula che potrebbe anche prescindere dall’assegnazione di competenze fisse e specifiche ai viceministri Massimo Garavaglia (Lega) e Laura Castelli (M5S) e ai sottosegretari Alessio Villarosa (M5S) e Antonio Bitonci (Lega).
Fatta la squadra, per Tria gli impegni non mancano. A cominciare dai progetti che Lega e M5S vogliono portare avanti in Parlamento. Il primo, annunciato dal leader pentastellato Luigi Di Maio, impegnatissimo a recuperare terreno sull’altro vice premier Matteo Salvini, sarà il disegno di legge sulle pensioni d’oro atteso già questa settimana alla Camera. Operazione che sta scatenando la protesta delle rappresentanze dei dirigenti, come Federdirigenti e Cida, che paventano rischi di incostituzionalità, e che i leghisti considerano un po’ una forzatura, essendo già nel programma di governo. Come l’altra idea annunciata in tv da Di Maio, quella di estendere il regime forfettario con l’imposta al 15% per tutte le partite Iva. Che è proprio il progetto della Lega, alla base anche della flat tax. Nella Lega si domandano, poi, come un’eventuale intervento sulle pensioni d’oro, che agita moltissimo la Federdirigenti e non solo, si incastri con la riforma complessiva delle pensioni, col superamento della Fornero. Tria ha annunciato la creazione di tre commissioni tecniche per studiare gli interventi su welfare, fisco e investimenti pubblici, incaricate di fare analisi e simulazioni prima della decisione politica. Che arriverà solo con la legge di bilancio, quindi ad ottobre. Per allora il ministro spera di essere riuscito a convincere Bruxelles a concedere qualche margine in più di bilancio per attuare le riforme previste dal contratto giallo-verde. Una prima idea di quale sarà l’atteggiamento Ue Tria sarà in grado di averla già venerdì, dopo le riunioni di Bruxelles dell’eurogruppo e dell’ecofin.