Corriere della Sera

«Ora una pagina nuova contro la destra E difendo Gentiloni»

Il segretario Martina: da Matteo parole sbagliate su di lui

- di Monica Guerzoni

ROMA «Noi siamo armati di buona volontà e tenacia».

Basteranno, per incollare i cocci di un Pd sempre sull’orlo della scissione?

«Io penso di farcela. Non ragionando come se dovessi incollare i cocci di un vaso, ma come l’artigiano che crea con le sue mani e con le mani di tanti altri un nuovo progetto, che rilanci la sfida dei democratic­i oggi».

Maurizio Martina, volterà pagina rispetto al renzismo? In assemblea l’ex premier ha offuscato pure il suo look alla Dylan Dog.

Il segretario ride, ma non è mai stato così serio: «Dobbiamo uscire da una stagione in cui la personaliz­zazione ha portato a dibattiti asfittici. A me interessa scrivere una pagina nuova e costruire la carta fondamenta­le del Pd di fronte al nuovo scenario. Non mi interessa negare una esperienza che sento parte del nostro lavoro comune e che ha avuto, accanto a tanti limiti, anche diversi pregi».

Renzi però rimanda l’autocritic­a e vi accusa di segare il ramo su cui siete seduti. Avanti così?

«Sabato abbiamo condiviso un percorso e ora dobbiamo imboccare una strada nuova, da percorrere spediti e guardando avanti. C’è un sacco di gente che cerca un segnale e noi dobbiamo darglielo. I prossimi mesi saranno cruciali, io ce la metterò tutta. Sono più le ragioni di una battaglia comune per costruire l’alternativ­a a questa destra pericolosa, rispetto ad alcune discussion­i che troppo spesso ci hanno diviso».

Gentiloni ha risposto alla presunta «algida sobrietà» del suo governo definendo Renzi «imbarazzan­te». Chi ha ragione?

«Ho trovato sbagliate e ingiuste le parole di Renzi e anzi difendo con orgoglio il lavoro del governo Gentiloni, a cominciare da Minniti sul tema migratorio. Gentiloni è una delle personalit­à più importanti che abbiamo, un punto di riferiment­o e credo che anche lui voglia aiutare il Pd e il centrosini­stra a riscattars­i».

Minniti si sta riavvicina­ndo a Renzi?

«Fermi. Non mi metterò mai più a discutere come se fossimo chiusi in una stanza fuori dal Paese reale. Mi interessan­o le battaglie sul lavoro, per il salario minimo legale, contro i contratti pirata, per la difesa del diritto alla salute, contro la precarietà. L’atto più rivoluzion­ario che possiamo

 Non bisogna più discutere come se fossimo fuori dal paese reale

 Con il mio sfidante Zingaretti c’è collaboraz­ione, non competizio­ne

compiere è ripartire dai bisogni dei cittadini».

Che profilo avrà il suo Pd?

«Popolare. Abbiamo il grande compito di dare uno spazio ai tanti italiani democratic­i, europeisti, che credono nei valori della solidariet­à, dell’equità e della giustizia sociale. Se tanti con le magliette rosse sabato scorso hanno deciso di battere un colpo sul tema dell’accoglienz­a e della sicurezza vuol dire che c’è speranza. Esiste una reazione agli estremismi di Salvini, una alternativ­a al governo della paura e a questa destra nuova pericolosa».

La sua segreteria sarà piena di renziani, come la vice in pectore Bellanova?

«No, nulla ancora è stato deciso».

Orlando e Boccia entreranno in segreteria?

«Di certo la squadra sarà

Il forum

«In ottobre a Milano un forum per l’italia aperto anche ad associazio­ni e liste civiche»

plurale, aperta al protagonis­mo di nuove esperienze».

Giachetti e compagni proveranno a far slittare il congresso?

«Rispetto, ma non condivido il punto di vista di Giachetti. Il lavoro di definizion­e del percorso da qui alle Europee è sancito dalle decisioni dell’assemblea».

Primarie il 24 febbraio?

«Non c’è ancora la data, ma il percorso è stato definito».

Riaprirà il dialogo con Leu e con i 5 Stelle?

«Non ragionerei di alleanze in termini politicist­i. Partiamo dalla testa, cioè dalle idee, invece che dalla coda. A me interessa costruire un percorso dentro il quale immaginare le alleanze sociali, prima di quelle elettorali. Dobbiamo lavorare a un nuovo centrosini­stra. Il vero confronto è fra destra e sinistra, sono le politiche di questo governo».

Sarà Delrio il candidato dei renziani? O lei proverà a portarli dalla sua parte?

«Io faccio il segretario del Pd e voglio farlo per tutti, quando ci sarà il tempo delle primarie ciascuno farà le sue scelte. La cosa importante è arrivare lì avendo prima, tutti insieme, rilanciato i contenuti. A dieci anni dalla nascita del Pd abbiamo un bisogno estremo di riscrivere le parole d’ordine fondamenta­li».

Ripartendo dai circoli?

«Anche. In ottobre faremo a Milano un grande forum per l’italia, aperto ai militanti, ai circoli del Pd, alle associazio­ni, alle imprese, alle liste civiche, ai mondi del sociale».

La Leopolda di Martina?

«No. Una piazza, da cui far emergere il nuovo profilo dei democratic­i».

Cambierà il nome del Pd in Democratic­i?

«Non è questo il tema adesso, ma lanciare dal Pd un grande lavoro che coinvolga tutti i democratic­i italiani».

Cosa pensa del suo sfidante, Zingaretti?

«Nicola è risorsa preziosa. Tra noi c’è collaboraz­ione, non competizio­ne».

E se Renzi si candidasse alle primarie?

«Vedrà lui, ma mi pare abbia già detto parole chiare».

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Al vertice Maurizio Martina, 39 anni, farà da traghettat­ore verso il congresso pd

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