Corriere della Sera

Lupi e orsi, il ministro convoca Trento e Bolzano

Costa: ritirino la legge che autorizza gli abbattimen­ti. Rossi: la competenza è nostra

- Alessandra Arachi

ROMA Sergio Costa, ministro dell’ambiente, rompe gli indugi. Anzi, i convenevol­i. Per salvaguard­are i lupi e gli orsi ha deciso: trasformer­à il suo invito informale in una convocazio­ne ufficiale. Vuole parlare con Ugo Rossi, presidente della provincia autonoma di Trento, e con Arno Kompatsche­r, presidente di quella di Bolzano.

Una mossa che è appena un passo prima dell’annunciata impugnazio­ne delle loro due leggi: facendo leva sulla loro autonomia, infatti, le province di Trento e di Bozano hanno appena approvato due leggi che prevedono la possibilit­à di uccidere lupi e orsi, senza dover chiedere il permesso.

«Noi siamo convinti che quelle leggi le potevamo fare, sono di nostra competenza», dice il presidente Rossi. E aggiunge: «Sono anni che ci rivolgiamo allo Stato per una soluzione al problema del lupo, più ancora dell’orso per il quale un piano è stato fatto. Ma non siamo mai arrivati a conclusion­i».

Un piano lupo era stato approntato dal precedente ministro dell’ambiente, ma non è mai stato approvato, causa scioglimen­to del governo. «In quel piano però non è previsto l’abbattimen­to di animali pericolosi o anche troppo numerosi, così come invece prevede l’allegato 5 della direttiva europea», lamenta il presidente Rossi, anche se poi sostiene che la loro legge non è una licenza di uccidere.

Non verrebbe da dire che sulle Alpi i lupi siano così numerosi, almeno a giudicare dalle stime: ci sono 150 lupi sulle Alpi, 1.500 sugli Appennini.

La questione della competenza, è proprio quella che ha spinto il ministro Sergio Costa ad annunciare l’impugnazio­ne delle loro leggi perché — non ha dubbi — «violano un principio costituzio­nale».

Esattament­e quello contenuto nel titolo V (che avrebbe dovuto essere riformato nella riforma bocciata nel dicembre 2016) e che prevede che la fauna sia di esclusiva competenza dello Stato.

I due presidenti delle province autonome sostengono esattament­e il contrario. «Altrimenti non avremmo mai legiferato», dice ancora Ugo Rossi. E aggiunge: «Noi siamo pronti ad accettare l’invito del ministro dell’ambiente a Roma, ma siamo anche pronti ad invitarlo qui per mostrargli in che modo ci prendiamo cura della nostra fauna e anche della nostra flora».

Ma non è questione di inviti e di gentili convenevol­i. Il ministro Costa lo ha detto chiarament­e: o quelle leggi vengono ritirate o lui in Consiglio dei ministri le impugna davanti alla Corte costituzio­nale. Per il bene di due animali super protetti.

Il contenzios­o

Il governo minaccia l’impugnazio­ne delle norme davanti alla Corte costituzio­nale

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