Lupi e orsi, il ministro convoca Trento e Bolzano
Costa: ritirino la legge che autorizza gli abbattimenti. Rossi: la competenza è nostra
ROMA Sergio Costa, ministro dell’ambiente, rompe gli indugi. Anzi, i convenevoli. Per salvaguardare i lupi e gli orsi ha deciso: trasformerà il suo invito informale in una convocazione ufficiale. Vuole parlare con Ugo Rossi, presidente della provincia autonoma di Trento, e con Arno Kompatscher, presidente di quella di Bolzano.
Una mossa che è appena un passo prima dell’annunciata impugnazione delle loro due leggi: facendo leva sulla loro autonomia, infatti, le province di Trento e di Bozano hanno appena approvato due leggi che prevedono la possibilità di uccidere lupi e orsi, senza dover chiedere il permesso.
«Noi siamo convinti che quelle leggi le potevamo fare, sono di nostra competenza», dice il presidente Rossi. E aggiunge: «Sono anni che ci rivolgiamo allo Stato per una soluzione al problema del lupo, più ancora dell’orso per il quale un piano è stato fatto. Ma non siamo mai arrivati a conclusioni».
Un piano lupo era stato approntato dal precedente ministro dell’ambiente, ma non è mai stato approvato, causa scioglimento del governo. «In quel piano però non è previsto l’abbattimento di animali pericolosi o anche troppo numerosi, così come invece prevede l’allegato 5 della direttiva europea», lamenta il presidente Rossi, anche se poi sostiene che la loro legge non è una licenza di uccidere.
Non verrebbe da dire che sulle Alpi i lupi siano così numerosi, almeno a giudicare dalle stime: ci sono 150 lupi sulle Alpi, 1.500 sugli Appennini.
La questione della competenza, è proprio quella che ha spinto il ministro Sergio Costa ad annunciare l’impugnazione delle loro leggi perché — non ha dubbi — «violano un principio costituzionale».
Esattamente quello contenuto nel titolo V (che avrebbe dovuto essere riformato nella riforma bocciata nel dicembre 2016) e che prevede che la fauna sia di esclusiva competenza dello Stato.
I due presidenti delle province autonome sostengono esattamente il contrario. «Altrimenti non avremmo mai legiferato», dice ancora Ugo Rossi. E aggiunge: «Noi siamo pronti ad accettare l’invito del ministro dell’ambiente a Roma, ma siamo anche pronti ad invitarlo qui per mostrargli in che modo ci prendiamo cura della nostra fauna e anche della nostra flora».
Ma non è questione di inviti e di gentili convenevoli. Il ministro Costa lo ha detto chiaramente: o quelle leggi vengono ritirate o lui in Consiglio dei ministri le impugna davanti alla Corte costituzionale. Per il bene di due animali super protetti.
Il contenzioso
Il governo minaccia l’impugnazione delle norme davanti alla Corte costituzionale