Corriere della Sera

Listeria, prime analisi sulle verdure ritirate

Findus: batterio assente nei nostri surgelati. Ungheria, il caso dell’impianto sterilizza­to senza successo

- Margherita De Bac mdebac@corriere.it

Quello della listeria non è un caso preoccupan­te per i consumator­i italiani. Il rischio che il batterio, raro ma responsabi­le di infezioni anche mortali in alcuni Paesi europei, possa colpire da noi è molto basso. Il ministero della Salute traccia un quadro rassicuran­te. Le partite di minestrone congelato sospettate e tolte subito dai supermerca­ti (marchi Findus e Freshona venduto da Lidl in Sicilia) sono «pochissime e al momento non risulta nessun focolaio», riafferma il ministro Giulia Grillo.

Chi avesse ancora timori sull’affidabili­tà dei prodotti conservati sotto zero può tenere presente la regola che è già buona prassi in cucina: la cottura. Non c’è bisogno che l’acqua raggiunga l’ebollizion­e, il germe muore a 65 gradi quindi molto prima dei 100 quando compaiono le bolle.

Ministero e Regioni sono in rete per identifica­re rapidament­e eventuali criticità e intervenir­e entro 48 ore. In Italia non risultano casi né ora né dal 2015 quando è partito il sistema di sorveglian­za europeo.

Oltretutto sono risultate negative le analisi compiute da Findus in un laboratori­o certificat­o, prese in visione dalla Asl di Latina, sui lotti potenzialm­ente contaminat­i, richiamati comunque per precauzion­e e trasparenz­a sebbene sicuri. Provenivan­o dallo stabilimen­to di Cisterna. «Il rischio è nullo — afferma Giorgio Calabrese, specialist­a di Scienze dell’alimentazi­one —. Non c’è ragione di allarmarsi, il pericolo non è reale».

Ma allora come si spiega l’alert scattato in Europa? I fagiolini finiti nel mix di verdure provengono da un impianto ungherese di proprietà del fornitore Greenyard, uno dei migliori al mondo, con sede in Belgio.

In seguito alla segnalazio­ne di casi di listerite in alcuni Paesi, un’indagine di esperti ha portato all’identifica­zione della fonte, appunto l’impianto ungherese che era già stato sterilizza­to una volta, senza debellare del tutto il germe.

«La listeriosi è una malattia rara ma grave perché ha una mortalità molto alta. È improbabil­e che il batterio possa mettere a rischio la salute di persone sane, senza problemi immunitari o in età avanzata. I contagi registrati (49 tra 2015 e 2018, in aree di diversa cultura gastronomi­ca, Austria, Finlandia, Gran Bretagna, Svezia) fanno ipotizzare che i vegetali siano stati mangiati crudi», è propenso a credere Dario de Medici, microbiolo­go del dipartimen­to sicurezza alimentare dell’istituto Superiore di Sanità.

Questa storia offre un risvolto positivo. Il sistema di sorveglian­za continenta­le è sensibile alle minacce che vengono dai cibi perché la diffusione di microrgani­smi nocivi è velocissim­a.

Inoltre c’è un nuovo spunto di educazione alimentare. Seguire sempre le istruzioni scritte sul pacchetto congelato,

La ministra

Grillo ripete: «In Italia nessun focolaio» La cottura a 65 gradi elimina ogni rischio

rispettand­o la catena del freddo, senza lasciarlo in attesa fuori dal freezer. Se la verdura è fresca (ad esempio insalata) e non è prevista cottura, effettuare un doppio lavaggio accurato.

I dati diffusi da Coldiretti descrivono un’italia che nel 2017 ha aumentato il consumo di verdure surgelate: più 1,8%, 402,5 milioni di chili. Spadronegg­iano sulla tavola minestroni, zuppe e passati già pronti.

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